In scena al Teatro Libero di Milano, fino al 28 maggio, un serrato monologo che dà voce a Fabio Savi, protagonista dei fatti legati alla Banda della Uno Bianca e annoverato tra i più feroci criminali del nostro Paese. Direttamente dalla cella. A trent’anni dal primo colpo.
Al Teatro Libero di Milano va in scena Le buone maniere, rappresentazione diretta e interpretata da Michele Di Giacomo affiancato dalla consulenza drammaturgica di Magdalena Barile, spettacolo basato sul testo di Michele Di Vito nel quale si dà voce allo spietato assassino Fabio Savi, leader della Banda della Uno Bianca insieme al fratello Roberto.
L’auto fantasma e la scia di sangue
Due date, tra le tante: il 19 giugno 1987 e il 21 novembre 1994. Nel mezzo oltre otto anni macchiati da centotre azioni criminali, tra rapine e omicidi, ventiquattro morti e centodue feriti, per un bottino complessivo di oltre due miliardi di lire. Tutto ad opera di un gruppo che arriva, uccide e scompare a bordo di una piccola utilitaria. Una banda, come nei western: i tre fratelli Savi, Fabio, Roberto e Alberto, e gli amici Pietro Gugliotta, Marino Occhipinti e Luca Vallicelli. Sei criminali in tutto, tra i quali ben cinque poliziotti in servizio.
Caselli autostradali, banche, negozi, stazioni di servizio, pattuglie dei carabinieri, ma anche cittadini che hanno notato un dettaglio di troppo ed extracomunitari. Tutti vittime di una banda che pareva inarrestabile, seminando puro terrore tra Bologna, Rimini, Cesena e nell’intera Emilia-Romagna.
Depistaggi. Terrorismo. Servizi segreti
“Dietro la Uno Bianca c’è la targa, i fanali e il paraurti. Basta, non c’è nient’altro” affermava Fabio Savi alle telecamere, con un sorriso beffardo da dietro le sbarre nell’aula del processo, a chi cercava qualcosa in più per giustificare crudeltà ed efferatezze commesse. La voglia di adrenalina, il fanatismo militarista destrorso e i mutui da pagare, non sembravano giustificazioni sufficienti. E sullo sfondo si allungava l’ombra della Strage della stazione di Bologna del 1980 e i fatti dell’Italicus del 1974.
Dietro le sbarre!
Sul palco, con Le buone maniere, Di Giacomo interpreta Fabio Savi all’interno delle sua prigione, obbligato a fare i conti con il proprio passato e a combattere con la propria coscienza. Un uomo comune, ma senza scrupoli e capace di compiere azioni scellerate, ritratto in uno spettacolo che getta luce sulla banalità del male, interpretato da un romagnolo e che riporta alla ribalta una vicenda terribile, appartenente a un periodo buio della nostra storia.
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