Il progetto è molto ambizioso, straordinariamente interessante: cinque mostre nella simbolica sede dei Musei Capitolini sui principali temi dell'arte romana antica, seguendone le tracce lungo settecento anni di storia. La rassegna, dal titolo “I giorni di Roma”, si inaugura con “L'età della conquista”, centrata sugli ultimi secoli della Repubblica, età di profondi cambiamenti geopolitici che mutarono equilibri ed assetti in tutto il Mediterraneo e che portarono il fascino dell'arte greca a Roma. Seguiranno nel 2011 “Costruire un impero”, su forme e linguaggi dell'architettura capaci di comunicare precise scelte di strategia politica, oltre che la differente capacità economica del committenti; nel 2012 “Il volto dei potenti”, sulla ritrattistica romana tra Repubblica e Impero; nel 2013 “L'età dell'equilibrio”, sugli anni dei Principati di Traiano e Adriano; infine nel 2014 “L'età dell'angoscia”, sugli anni tra Marco Aurelio e Diocleziano.
L'età della conquista focalizza l'attenzione su un arco cronologico che va dal III al I secolo a.C., momento in cui la Repubblica, divenuta la principale potenza nel Mediterraneo, va alla conquista della Grecia e dell'Asia Minore. La forte spinta espansionistica trasforma l'Urbe in un grande organismo territoriale aperto a scambi dinamici, pronto ad accogliere usi, costumi e manufatti che conducono il mondo romano a recepire pienamente la cultura ellenistica. In questo periodo l'élite al potere avverte con consapevolezza sempre maggiore il consolidarsi del proprio prestigio e lo esprime attraverso l'arte. La trasformazione dell'arte romana è illustrata nelle quattro sezioni; due esempi per comprendere questo: uno dei templi di largo Argentina è un edificio circolare, tipicamente greco, costruito su un alto podio come consuetudine italica; sui basamenti delle statue onorarie dei generali romani compaiono iscrizioni in greco.
La prima sezione, “Dèi e santuari”, presenta fregi e frontoni in terracotta provenienti dai templi di Roma, Luni e Ancona, consentendo il confronto tra opere di artisti greci eseguite in Grecia e opere di artisti italici eseguite a Roma, come le statue di culto dei templi eretti per le grandi vittorie su committenza dei generali (l'Ercole del Musei Capitolini e la Diana da Copenaghen). Sezione nella sezione le statue in terracotte delle Muse provenienti dal British Museum.
La seconda sezione si occupa dei “Monumenti onorari”: in questi era dato grande risalto alla figura del generale vincitore, generalmente raffigurato in abiti militari, corazza, mantello e lungo scettro. Dal II secolo a.C. si diffondono in Italia soluzioni figurative nuove: i corpi sono nudi, in posa autorevole, capaci da soli di esprimere le qualità e il carisma della persona onorata. Nel percorso i generali da Formia, Cassino e Foruli, oppure i diversi ritratti di Emilio Paolo da Tirana e Roma esposti insieme, la cui precisa identificazione è oggetto di discussione (invece i ritratti dei più noti condottieri dell'età repubblicana, Pompeo, Cesare, Ottaviano, sono accertati grazie alle riproduzioni sulle monete).
Quindi le ultime due sezioni. “Vivere alla greca” offre un approfondimento sull'affermazione del gusto greco in ogni ambito del vivere, compresa la vita domestica (qui i manufatti esposti sono davvero splendidi). Invece i romani appaiono meno influenzati dal fascino ellenico nei “Costumi funerari”, che rimangono legati alla propria tradizione. Qui i romani continuano a mostrarsi ancora orgogliosamente avvolti nelle pieghe delle loro toghe, simbolo della cittadinanza romana, e solo raramente sono rappresentati nei mantelli di tradizione greca o in costume eroico. Anche i volti, rugosi e scavati, sono quelli degli anziani della Repubblica romana.
Insomma, nel complesso le opere eseguite in Grecia si affiancano ad opere realizzate a Roma e altrettanto pregevoli, evidenziando la nascita di un nuovo linguaggio artistico e figurativo prettamente romano ma fondato su una crescente ellenizzazione e che, tuttavia, non rinnega il legame con le proprie tradizioni.
L'allestimento è stato progettato da Margherita Palli e Valentina Dellavia ed illuminato da A.J. Weissbard; la mostra, voluta dal Comune di Roma, è organizzata da MondoMostre.
Il catalogo, edito da Skira, presenta le opere in mostra divise nelle quattro sezioni, a cui segue un ricco apparato di schede. I saggi fanno comprendere al meglio l'epoca storica e le trasformazioni in atto: Claudio Parisi Presicce spiega l'ascesa di Roma nei paesi di cultura ellenistica; Annalisa Lo Monaco presenta invece l'incontro di Roma con la Grecia; Alessandro D'Alessio si occupa della “nuova” architettura, che Domenico Palombi affronta dal punto di vista urbanistico e Maria Josè Strazzulla dal lato religioso; Eugenio La Rocca affronta il tema affascinante de “La maestà degli dèi come apparizione teatrale”; Matteo Caldario riferisce sull'habitus che fa non il monaco ma il romano o il greco; Massimiliano Papini legge il riflesso greco nelle opere di Cicerone; Claudio Valeri spiega il paesaggio funerario a Roma.
Roma, Musei Capitolini, fino al 05 settembre 2010, aperta da martedì a domenica dalle 9 alle 20 (lunedì chiuso), ingresso euro 11,00, catalogo Skira, infoline 060608, sito internet www.mondomostre.it
FRANCESCO RAPACCIONI
Teatro