Concerto de I Virtuosi delle Muse e Roberta Invernizzi
Scuola Grande San Giovanni Evangelista in Venezia (17.novembre 2011)
Avviandosi alla fine, il Festival Virtuosismi promosso dalla Fondazione Palazzetto Bru Zane di Venezia ha presentato nella sala della Scuola Grande San Giovanni Evangelista uno stimolante concerto imperniato su alcuni autori francesi poco noti in Italia, scelti tra i protagonisti del ricco panorama musicale francese - il che vuol dire 'tout court' parigino - della fine del 18° secolo. L'esecuzione delle loro creazioni era affidata al soprano Roberta Invernizzi, grande specialista del repertorio belcantistico, e all'ensemble I Virtuosi delle Muse, fondato nel 2004 dal clavicembalista Stefano Molardi e dal violinista Jonathan Guyonnet che ne sono tuttora gli animatori; formazione la quale negli ultimi anni trova modo di esibirsi frequentemente all'estero, e purtroppo per noi più raramente in Italia. Composto essenzialmente da un'orchestra d'archi, l'ensamble si allarga convenientemente quando - come in questo caso - deve assumere le dimensioni di una normale orchestra, legni ed ottoni compresi, senza perdere per questo nulla della sua scioltezza e della affidabilità filologica. Il programma presentato s'imperniava in prevalenza su quelle composizioni di carattere strumentale che venivano offerte al pubblico delle sale a pagamento quali il Concert Spirituel, già attive a Parigi sul finire del secolo del Lumi, o negli intervalli delle recite all'Opéra o all'Opera Comique. L'intestazione della serata veneziana era «Un nouveau commerce de la virtuosité»: cioè l'offerta musicale ad un pubblico affamato di esibizioni virtuosistiche e di pirotecniche bravure, per rispondere al quale le cose non erano affatto facili: Se da una parte lo sviluppo delle tecniche - testimoniato dal pullulare di trattati di didattica e di fascicoli di studi meccanicistici - tendeva a sviluppare al massimo i mezzi propri di cantanti e strumentisti, dall'altra l'ambizione a volte spingeva gli interpreti oltre i confini del lecito, determinando clamorosi ritiri come quello dalla celebre soprano Cornélie Falcon, oppure carriere terminate prematuramente. E come dimenticare il dissennato trattamento - con conseguente definitiva rovina dei legamenti - che Robert Schumann impose alla proprie mani, nella vana ricerca di una maggiore agilità?. In queste composizioni che il pubblico parigino apprezzò negli ultimi decenni del Settecento, la ricerca del virtuosismo resta però ancora nei limiti del buon senso, anche talvolta non nei limiti del buon gusto; ma un brano come l'Aria della schiava italiana «Fra l'orror della tempesta»da "La Caravane du Caire" di André Ernest-Modeste Grétry, scritta nel 1783, non scherza quanto ad agilità e funamboliche colorature, anticipando idealmente l'Aria dei campanelli dalla "Lakmé" di Delibes.
Scritte per le scene, ma poi presentate tranquillamente al sono le Ouvertures stese «in forma concertante», da "Les Comédiens ambulants" di François Devienne, con vari fiati solisti chiamati a lunghi passaggi solistici; da "Renaud d'Ast" di Nicolas-Marie Dalayrac, sorta di miniconcerto per un guizzante violino e orchestra; il curioso "Concert interrompu pour soprano, violon, violoncelle et pianoforte concertants" di Henri-Montan Berton, strano collage di brani strumentali vivacissimi che intermezzano un recitativo e aria dalla fortunata opéra comique "Le concert interrompu". Molto debitrice alla scuola di Mannheim ed a J. Stamitz, grande amico dell'autore, è la "Symphonie concertante per due violini, due viole, corni e oboi concertanti in mi bemolle maggiore" di François-Joseph Gossec; un graziosissimo intrattenimento quello del "Concerto concertant pour pianoforte et violons principaux" di Henri-Joseph Rigel, che già nel bizzarro epiteto di "Concerto concertante" segnala una contrapposizione strumentale accentuata tra i due solisti. Tra l'altro, questa composizione ed i brani di Devienne e Berton era presentati al pubblico in prima esecuzione moderna. Un plauso alla bravura ed alla duttilità degli strumentisti de I virtuosi delle Muse, nonché all'indefettibile bravura di Roberta Invernizzi, impegnata in Grétry, Berton e in una fresca lettura di «Zeffiretti lusinghieri» da "Idomeneo" di Mozart. Il concerto, registrato per il canale televisivo specializzato MEZZO, è stato presentato nei giorni precedenti nei saloni della Reggia di Versailles, e in quelli seguenti al Teatro Bibiena di Mantova, nell'ottica della Fondazione Bru Zane che persegue la diffusione e la conoscenza, in ambito europeo, della musica francese degli ultimi due secoli.
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