Estro ed imprevedibilità, eleganza e tecnica musicale prodigiosa : è Stefano Bollani atteso con Enrico Rava al Teatro Goldoni di Livorno in un appassionante concerto che venerdì 1 giugno alle ore 21
concluderà i cartelloni 2011-2012 della Fondazione Teatro Goldoni. Si tratta di uno degli appuntamenti più attesi, voluto dal Teatro di Tradizione livornese in collaborazione con Menicagli Pianoforti nell’ambito di un apposito cartellone e progetto pluriennale dedicato all’arte dell’improvvisazione, che proprio recentemente ha visto il varo di un “Laboratorio jazz” con intenti produttivi e formativi: una chiusura in grande stile per una Stagione che si è caratterizzata per la pluralità di generi e proposte di assoluta qualità con protagonisti quali Michele Campanella, Andrea Battistoni, Barbara Hanningan, Paolo Conte e che trova ora nel Duo Bollani e Rava un’eccellenza di grande rilievo.
Inutile provare a chiedere cosa suoneranno: non resta che ascoltarli e scoprire insieme a loro un universo di sonorità e situazioni ora fuori dai canoni tradizionali, ora inseriti in percorsi e progetti artistici che da anni costituiscono il loro specifico ed originale repertorio. Una collaborazione iniziata nel 1996 - e da allora mai interrotta - con centinaia di concerti e l’incisone di ben tredici dischi:
un sodalizio umano ancora prima che artistico. Il pianoforte di Bollani e la tromba di Rava ancora una volta insieme per un viaggio dai contorni affascinanti e coinvolgenti, per il quale gli organizzatori informano la disponibilità ancora di biglietti sia presso il botteghino del Goldoni (tel. 0586 204290) con orario 17-20 e presso i consueti circuiti Box Office.
Premio Los Angeles excellence award per la cultura italiana nel mondo 2011, Musicista dell' anno e Paul Hacket Award 2009, European Jazz Preis, Premio della critica europea, come miglior musicista jazz europeo dell'anno 2007, sono solo alcuni dei riconoscimenti che hanno incoronato Bollani come uno dei maggiori interpreti jazz della scena internazionale. Una duttilità e versatilità nel creare e plasmare suoni e situazioni, che lo hanno portato a calcare la scena “classica” esibendosi con orchestre sinfoniche come la Gewandhaus di Lipsia, la Royal Liverpool Philarmonic, Santa Cecilia di Roma, la Filarmonica del Regio di Torino, con direttori come Riccardo Chailly, con il quale a Lipsia ha inciso Rapsodia in blu e Concerto in fa di Gershwin (Disco d' oro 2010), e "Sound's of the'30s" .
Non da meno Enrico Rava: non è difficile usare i superlativi per raccontare la sua avventura musicale,
talmente ricco è il suo curriculum, talmente affascinante il suo mondo musicale, talmente lungo l’elenco dei musicisti con i quali ha collaborato, italiani, europei, americani. Da sempre impegnato nelle esperienze più diverse e più stimolanti, è apparso sulla scena jazzistica a metà degli anni sessanta, imponendosi rapidamente come uno dei più convincenti solisti del jazz europeo. La sua schiettezza umana ed artistica lo pone al di fuori di ogni schema e ne fa un musicista rigoroso ma incurante delle convenzioni. La sua poetica immediatamente riconoscibile, la sua sonorità lirica e struggente sempre sorretta da una stupefacente freschezza d’ispirazione, risaltano fortemente in tutte le sue avventure musicali