Teatro

Il femminile, forza rigeneratrice del mondo: Magnificat debutta a Torino

Lucilla Giagnoni
Lucilla Giagnoni

In prima assoluta, la nuova produzione TPE: dalla Bibbia a San Francesco d’Assisi, dai miti classici a Dante, Lucilla Giagnoni rilegge l’archetipo femminile quale principio armonico e speranza futura di felicità.

Debutta in prima assoluta da martedì 29 gennaio a domenica 3 febbraio al Teatro Astra di Torino Magnificat, il nuovo spettacolo di e con Lucilla Giagnoni. Una nuova produzione TPE – Teatro Piemonte Europa e CTB – Centro Teatrale Bresciano, nella quale l’attrice novarese condensa il lavoro compiuto negli ultimi anni con la Trilogia della Spiritualità e la Trilogia dell’Umanità, di cui Magnificat è il tassello conclusivo.

Archetipi all’origine del pensiero

Femminile e Maschile sono archetipi, stanno all’origine di ogni pensiero, conscio e inconscio. La fiaba in cui la fanciulla si punge col fuso e cade addormentata per cento anni parla di un archetipo del “femminile”. Alla Terra che custodisce dentro di sé la forza generatrice del Femminile, fanno riferimento le ultime parole di un’altra straordinaria preghiera/poesia, che è anche il finale di Furiosa Mente, uno degli spettacoli di maggior successo di Lucilla Giagnoni: “Laudato sii mi Signore per sora nostra matre Terra”, scrive San Francesco d’Assisi.
 

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Lucilla Giagnoni


Dopo l’invito alla lode e alla cura, è proprio l’umiltà ciò a cui ci chiama il Cantico delle Creature: “Laudate e benedicete mi Signore e rengraziate e serviateli cum grande Humilitate”.
Ma l’umiltà, insieme con la lode, il ringraziamento e il servizio, è tra le prime parole di una preghiera ancora più antica: il Magnificat, contenuto nel Vangelo di Luca: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata” (Lc 1, 39-56).

Scrive Lucilla Giagnoni: “La Storia, cioè il nostro agire, dovranno d’ora in poi riconoscere tutto questo. Solo se dalla Terra riemergerà il “Femminile”, ci sarà una possibilità per tutti, non solo di sopravvivenza, ma di beatitudine, cioè di felicità. Ho usato verbi al futuro perché forse anche io sono ancora legata alla logica del maschile, ci sono “fanciulle/principesse” invece, che, come ci dice la cronaca quasi ogni giorno, in tutto il mondo già si stanno svegliando, già lavorano per salvare la terra con la cura di mani e menti femmine. Finalmente”.
 

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