Teatro

Il Festival “La Torre e La Luna” compie 18 anni!

"Ombelichi Tenui" di e con Filippo Porro e Simone Zambelli
"Ombelichi Tenui" di e con Filippo Porro e Simone Zambelli © ph. Giulia Lenzi

XVIII edizione del Festival “La Torre e La Luna” a Ozzano dell’Emilia: fra gli ospiti, Maragoni/Fettarappa e il ritorno di Tindaro Granata

Compie 18 anni il Festival La Torre e la Luna, ideato e organizzato da O.t.e Compagnia Le Saracinesche, in scena dal 12 giugno al 3 luglio nella suggestiva cornice del borgo di San Pietro, sulle colline di Ozzano dell’Emilia.

Il Festival si inserisce all'interno della programmazione di Bologna Estate, il cartellone di eventi curato dal Comune di Bologna.

 

GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA

“Trapassato presente”: guardare al passato, progettando il futuro

La Direzione Artistica del Festival ha deciso di dedicare questo 2023 -anno non semplice, figlio dell’epoca post-covid- al tema del trapasso: il passare da un luogo a un altro, da una condizione a un’altra, da un’età a un’altra.

Spiega Emiliano Minoccheri, il Direttore Artistico del Festival: “L’urgenza, è quella di analizzare il passato e provare a ridefinire i contorni complessi di questo presente. Riconsiderare il valore del tempo, di ‘questo tempo’ che macina tutto in una bolla di istantaneità. Capire se velocità è sinonimo di accoglienza, ascolto, utilità, se la tecnologia ci avvicina realmente…oppure no. Noi, come sempre, siamo pronti ad intraprendere questo nuovo viaggio ricco di spunti di riflessione [...]”.

"Trapassato Presente" - XVIII edizione Festival La Torre e la Luna (immagine di Christoffer Relanger)


Giungere alla XVIII edizione del Festival è un bel traguardo, la maggiore età comporta la volontà di fermasi e fare bilanci: è l'occasione per osservare attentamente il passato e progettare visioni future, con consapevolezza ed entusiasmo.

Quattro appuntamenti: teatro, danza e ricerca

L'edizione del 2023 si compone di 4 appuntamenti, che avranno luogo presso l’evocativa cornice del Giardino Archeologico di San Pietro, ai piedi di una Torre Campanaria del 1200, simbolo di Ozzano dell'Emilia: un luogo del teatro e per il teatro, crocevia insolito dove convivono spettacoli, concerti, performance, residenze artistiche, impegno civile e riflessione.

"Il Circo Capovolto" di e con Andrea Lupo


Il festival si apre lunedì 12 giugno con "Il Circo Capovolto" di e con Andrea Lupo, regia Andrea Paolucci. Uno spettacolo intenso ed emozionante. Un vortice in cui memoria, appartenenza, famiglia e sangue si mescolano a guerra, deportazioni, tradimenti, fughe e vendette. Una favola, una confessione, un’epopea familiare, una storia collettiva commuovente e travolgente.

"Solo quando lavoro sono felice" di e con Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa


Lunedì 19 giugno è la volta dello spettacolo "Solo quando lavoro sono felice" di e con Lorenzo Maragoni e Niccolò Fettarappa, una riflessione sul lavoro, sulla vocazione, sui soldi, sul capitalismo, sul tempo di vita e il tempo di lavoro, sui pranzi di lavoro con se stessi, sulla disperazione. Dopo il precariato, la nuova frontiera tossica del lavoro corrisponde a uno stato continuo di autosfruttamento, difficile da riconoscere e da interrompere.

"Crescente - Il rito del pane” di e con Tindaro Granata


Giovedì 22 giugno un gradito ritorno al Festival: Tindaro Granata insieme ai partecipanti al laboratorio presenterà "Crescente - Il rito del pane”: non uno spettacolo, non un corso per panificatori né una performance, ma la scelta di partecipare e conoscere i segreti di questa nobile arte che si ripete e si tramanda dai tempi dei tempi. Parlare, scoprire, raccontare, confrontarsi, ridere, divertirsi, gioire, ricordare: questo accadrà a chi sperimenterà l’antico rito del fare il pane, un’esperienza profonda di creazione, durante la quale si diventa protagonisti del tempo dell’impasto, “lievitando” parole buone come il pane.

"Ombelichi Tenui" di e con Filippo Porro e Simone Zambelli


Chiude il Festival la danza contemporanea: lunedì 3 luglio in scena Azioni Fuori Posto con "Ombelichi Tenui" di e con Filippo Porro e Simone Zambelli
Un viaggio reale o immaginato, forse un viaggio “immobile”, che porta il pubblico in un altrove. 
Ombelichi Tenui è un rito prezioso che sa incantare, una vera e propria “orazione per corpo e gestualità”, in cui le due figure si trasportano ai confini della propria identità attraverso la danza. Il teatro è vissuto come luogo di passaggio e il mondo che appare in scena è scandito dal bianco e nero; la morte è il soggetto inevitabile del discorso, e lo spettacolo crea un nuovo rituale d’arte, poetico e danzato.

Il programma completo del Festival e acquisto biglietti.