Arriva al Teatro dell'Aquila lo spettacolo di Carmelo Rifici coprodotto con il Teatro di Lugano che presenta un gruppo di persone che si interroga sul passato, sul presente e sul futuro.
Sabato 27 febbraio alle 21 prosegue la stagione di prosa del Teatro dell’Aquila di Fermo con uno spettacolo dal sapore internazionale, Il gabbiano di Čechov diretto da Carmelo Rifici dopo la sua nomina a direttore del Teatro di Lugano.
Tutta la vicenda si svolge nella tenuta, situata sulle sponde di un lago, di Piotr Nikolaevic Sorin: è qui che si trovano in un sol momento un gruppo di persone che si interrogano costantemente sul loro presente e sul loro incerto futuro. Un giovane teatrante pieno di dubbi sulla necessità del fare teatro oggi, un famoso scrittore che si interroga sulla necessità o meno di scrivere, una giovane ambiziosa che sogna il successo e una donna di successo che non sogna, un’umanità che desidera essere personaggio, personaggi che si specchiano in un lago che mostra la loro misera umanità, in un dramma di atti mancati, di gesti abbozzati, di destini incrociati, di passioni elementari e insostenibili. Čechov ci consegna una storia di sogni, di autoinganni, di vite fatte di scrittura, teatro e letteratura, di ordinarie vite immaginarie.
Sul palco a far vivere questa storia una corposa compagnia di attori: Giovanni Crippa, Ruggero Dondi, Zeno Gabaglio, Mariangela Granelli, Igor Horvat, Emiliano Masala, Maria Pilar Perez Aspa, Fausto Russo Alesi, Giorgia Senesi, Anahi Traversi e Antonio Ballerio.
“Perché scegliere di fare Gabbiano? È la domanda che continuo a farmi - scrive Rifici nelle note di regia - alla quale non ho risposta. Almeno non una. Gabbiano è un testo misterioso: ci mostra un’umanità, una famiglia che non riesce mai ad essere sincera e che, per riuscire a convivere, deve continuamente mentire e immaginarsi di essere qualcosa che non è.”