Teatro

IL SECOLO DEL JAZZ. Arte, cinema, musica e fotografia da Picasso a Basquiat

IL SECOLO DEL JAZZ. Arte, cinema, musica e fotografia da Picasso a Basquiat

Seguiamo sempre con particolare interesse le mostre del MART perchè sono progetti che approfondiscono criticamente un movimento o un aspetto, spesso per la prima volta o con uno sguardo completamente nuovo, non essendo mai esposizioni meramente “compilative”. “Il Secolo del Jazz” rappresenta un'occasione unica per ammirare opere e testimonianze che fanno parte di un vissuto culturale comune tra gli Stati Uniti d'America e l'Europa (in particolare Italia, Francia e Spagna), per sentire e vedere esperienze di ambiti diversi che si integrano e si arricchiscono nel contesto di ciascuna nazione, come sottolineano in catalogo i “capi” dei tre musei coinvolti. La mostra indaga il tema, assolutamente inedito in Italia, della relazione fra arte e musica, svelando le trame di intrecci epocali del XX secolo: il jazz è stato un genere musicale che ha rivoluzionato i canoni tradizionali della musica ma ha anche rappresentato un nuovo modo di essere della società ed un fenomeno che ha profondamente influenzato la storia dell'arte. La lettura offerta dalla mostra è multidisciplinare, dalla pittura alla fotografia, dal cinema alla letteratura, dalla grafica al fumetto. Su tutto la musica, intorno alla quale si snodano cronologicamente i principali momenti della storia del jazz, evocati con spartiti, affiches, dischi, riviste e giornali, libri, fotografie, gadget ed altri memorabilia. Lungo il percorso si aprono, come inserzioni, piccole mostre “autonome” che mettono in evidenza il rapporto tra il jazz e le arti. A cominciare dalla pittura: Francis Picabia, Man Ray e Theo Van Doesburg sono stati i primi artisti ad accogliere con entusiasmo la nascente musica afroamericana, seguiti da altri tra cui Otto Dix e Frantisek Kupka. La “Harlem Renaissance” coinvolge scrittori e pittori non solo di colore ma anche bianchi affascinati dalla cultura nera: il jazz diviene fonte di ispirazione per molti pittori modernisti americani degli anni Venti e Trenta, ma anche europei come Piet Mondrian. Henri Matisse intitola Jazz uno dei più noti libri d'artista (esposto a Parma nella primavera scorsa in occasione di “Allo! Paris!” curata da Corrado Mingardi, catalogo Skira). Nel secondo dopoguerra il rapporto privilegiato tra jazz e arte si intensifica ulteriormente: Jackson Pollock dipinge i suoi “drippings” con il jazz in sottofondo. Le sezioni in cui è articolato il percorso guidano cronologicamente i visitatori fra suggestioni varie, visive, auditive e non solo. Si comincia con “Prima del 1917”: Picasso e il suo ironico disegno a penna “Une très belle danse barbare”. Poi la “Jazz Age in America 1917-1930” fra le foto di Man Ray (una intitolata proprio “Jazz” e l'altra un autoritratto), i disegni di Miguel Cavorrubias ed i primi gadget. Durante la “Harlem Renaissance 1917-1936” e “L'era dello swing 1930-1939” (imperdibili “Jazz-hote 1 e 2” di Frantisek Kupka), si colgono i riflessi in Europa con Otto Dix, Ferdinand Lèger, George Grosz e Kees van Dongen. Matisse e Jean Dubuffet dominano il “Tempo di guerra 1939-1945”, mentre Guttuso, Tapiès e Wharol sono nel “Bebop 1945-1960”. Un occhio alla “West Coast” e ci avviciniamo all'oggi con le ultime sezioni: fra i contemporanei Keith Haring e Jean-Michel Basquiat. Accanto alla pittura occupa un ampio spazio la fotografia, come anche il cinema, che ha utilizzato il jazz come colonna sonora, anche nei film di animazione. Il jazz ha anche ispirato grafici ed illustratori: a testimoniarlo in mostra affiche e inserti pubblicitari, programmi da concerto e manifesti, copertine di dischi e locandine. A chiudere il percorso i fumetti: Guido Crepax è presente in mostra con la copertina di “Charley Parker Plays” disegnata intorno al 1953. La mostra sarà esposta in Italia, Francia e Spagna, per cui era necessario analizzare la dimensione europea dell'effetto jazz. Nella interessante introduzione in catalogo (che ripercorre la mostra in senso cronologico), Daniel Soutif chiarisce gli aspetti e le particolarità del “secolo del jazz”. Intorno alla mostra “itinerari jazz” ed eventi tra relazioni, concerti e proiezioni, come solo al MART sanno fare. In attesa delle celebrazioni del futurismo (“Illuminazioni. Avanguardie a confronto. Italia, Germania, Russia” 17 gennaio-07 giugno 2009) e della riapertura della Casa d'Arte Futurista Depero. Rovereto (TN), MART – Museo di Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, fino al 15 febbraio 2009, aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 18, venerdì chiusura posticipata alle 21, lunedì chiuso, ingresso euro 10,00, catalogo Skira, infoline 0464.438887, numero verde 800.397760, sito internet www.mart.trento.it La mostra sarà poi trasferita a Parigi, musée du quai Branly (dal 17 marzo al 28 giugno 2009) e a Barcellona, Centre de Cultura Contemporània de Barcelona (dal 21 luglio al 18 ottobre 2009).