A metà strada tra lo spettacolo dal vivo e quello in streaming, con commenti in diretta degli spettatori. E gli attori vanno a scuola per aiutare i docenti con la DAD.
OnLife: un gioco di parole per dire che il Teatro della Tosse di Genova lavorerà a metà strada tra lo spettacolo dal vivo e quello in streaming. Le prove e gli spettacoli di volta in volta verranno trasmessi dalla piattaforma online Streamyard e poi saranno girati sui canali Facebook e YouTube del Teatro: a quel punto gli spettatori potranno intervenire in tempo reale con domande e commenti. Gli attori risponderanno alla fine.
Durante la pandemia da Covid il Teatro della Tosse si ispira al manifesto del filosofo Luciano Floridi e ribalta il concetto tradizionale di streaming.
Niente opere mandate integralmente sul web, spesso con camera fissa: al loro posto arriva un teatro quasi interattivo, con lo spettatore che assiste alla nascita dello spettacolo e dopo può intervenire criticamente. Ma ci sono anche attori prestati alle scuole, per la didattica a distanza, oltre a un ambasciatore del pubblico che partecipa ai lavori in corso della Tosse e poi li racconta agli altri spettatori.
I teatri hanno bisogno degli spettatori
"Dopo questo anno di chiusura ci siamo guardati in faccia e abbiamo capito che noi teatranti abbiamo bisogno degli spettatori, e non solo per gli incassi – spiega Amedeo Romeo, direttore del teatro genovese – Gli spettatori sono parte integrante del processo artistico e creativo. E anche gli spettatori hanno bisogno del teatro, per lo stesso motivo. In realtà dentro i teatri stiamo tutti lavorando nei modi in cui è possibile lavorare.
Partendo da queste premesse, abbiamo quindi cercato dei modi per mantenere la relazione con lo spettatore. Floridi ci parla di una condizione in cui non siamo più in grado di distinguere quando siamo online o in presenza. E’ una condizione che oggi si vede spesso. I giovani vivono con lo stesso coinvolgimento quello che avviene nella realtà fisica o sui social. Ci siamo ispirati a questo: il teatro avviene, e mentre avviene è raccontato grazie alle moderne tecnologie".
"Abbiamo due produzioni in corso: Giusto, con Rosario Lisma e Vita da burattini, nuovo spettacolo di teatro ragazzi, con Pietro Fabbri e Irene Lamponi. Sui social trasmetteremo una parte delle prove e una parte dello spettacolo. Il pubblico potrà interagire in tempo reale con messaggi sugli stessi social: ci saranno persone del teatro che in diretta risponderanno a chi scrive. Alla fine dell’evento gireranno le domande agli artisti, che a loro volta risponderanno: costruiremo così un dialogo con lo spettatore”.
Gli attori fanno Dad, didattica a distanza
Sulla stessa ottica è nato il progetto Una voce dal Palco, pensato per le scuole superiori in cui la voce degli attori diviene strumento e aiuto ai docenti per la didattica a distanza. “Noi attori – spiega ancora Romeo – con le nostre competenze abbiamo la possibilità di arricchire e rendere meno difficile il percorso che vivono gli insegnanti e gli studenti alle prese con la Dad. Abbiamo quindi pensato di offrire alle scuole un servizio gratuito, mettendo un attore a disposizione degli insegnanti per dare voce e corpo a brani di letteratura, poesia e teatro. Ai docenti abbiamo detto: noi ci mettiamo gli attori, voi diteci di cosa avete bisogno. Prima della Giornata della Memoria, per esempio, abbiamo lavorato su Primo Levi”.
Poi ci sarà il Giornale di Bordo. “Vogliamo che il pubblico si senta parte integrante del processo di creazione artistica – racconta Romeo – Quindi daremo la possibilità a uno spettatore di assistere dal vivo a tutte le nostre prove, creando un suo diario personale che poi condividerà con gli altri spettatori. Sarà una specie di ambasciatore del pubblico. Non lo abbiamo ancora individuato. Serve una persona comunicativa, che ami il teatro e che abbia molto tempo libero”.
Spettacoli riscritti per il web
“Il teatro sul web è una forma d’arte diversa rispetto allo spettacolo dal vivo – afferma Romeo – Quindi bisogna immaginare spettacoli pensati apposta per il web, riscritti e reinterpretati. Noi presentiamo due lavori della compagnia Berardi Casolari: In fondo agli occhi e Amleto take away. Gli spettacoli fanno parte di un progetto più ampio: Teatro a porte chiuse. Nato durante il lockdown il progetto ha dato vita, partendo da alcuni spettacoli in repertorio, a nuove produzioni pensate per essere fruite attraverso lo schermo, senza tradire il concetto fondamentale del teatro, il suo essere dal vivo.
Il progetto si basa su un ripensamento dello spettacolo teatrale, modulando alcune parti, intervenendo sulle musiche e sull'approccio allo spettatore: una regia completamente stravolta. Una nuova relazionalità, una nuova spazialità che tenga conto delle distanze, dei bisogni e che crei un nuovo rapporto con lo spettatore, una nuova intimità: data dalle riprese con piani molto stretti e anche dal fatto che gli attori non recitano in teatro ma a casa loro. Gli spettacoli sono stati accorciati, durano al massimo 40 minuti”.
Ecco il Theatre Sharing
Tra gli spettacoli in streaming da segnalare Art, di Yasmina Reza, (se volete qui potete leggere la nostra recensione), regia di Emanuele Conte con Luca Mammoli, Enrico Pittaluga e Graziano Sirressi; Istanbulbeat, lo spettacolo di Deniz Ozdogan.
Il Teatro del Ponente, gestito dalla fondazione Luzzati – Teatro della Tosse sarà al centro di un progetto di Theatre Sharing: creazione e sperimentazione di un modello di gestione condivisa del teatro con i cittadini.