Il Ministero lo riduce per il prossimo triennio a teatro di interesse culturale. A soffrirne, però, è tutto il Nord Est.
La parola d’ordine è: sorpresa. Lo mettono nero su bianco gli artisti, da Paolini ad Anagoor fino a Babilonia Teatri, lo ripetono i Comuni di Padova e Venezia, la Regione e i tanti lavoratori presenti alla conferenza stampa dopo la Pasqua più tumultuosa che il Teatro Stabile del Veneto avrebbe mai immaginato di vivere.
La Commissione consultiva per il Teatro del MiBACT ha retrocesso lo Stabile Veneto da Teatro Nazionale a TRIC, fantasiosa sigla che sta per Teatro di Rilevante Interesse Culturale, escludendolo di fatto dai pesi massimi del teatro italiano con un punteggio di 9 su 35. Un punto sotto la soglia minima.
Facciamo un po’ di chiarezza
La Commissione ha bocciato la scheda di Qualità artistica, per cui l’iter di valutazione si è bloccato e non sono stati presi in considerazione i dati quantitativi e la qualità indicizzata.
“Questo - sottolinea il vicepresidente dello Stabile Giampiero Beltotto - significa che la nostra attività non è stata valutata nel suo complesso. Ma quello che ci sconcerta di più è che, con il declassamento del TSV nel triangolo Trento, Trieste e Venezia, non c’è nessuno Stabile”.
ll Nord Est, dunque, resta senza un teatro di interesse nazionale. Lo rimarca anche Giaretta, vice presidente della Fondazione Orchestra di Padova e del Veneto, che si chiede come si possa considerare l’intera attività teatrale del Nord Est priva di rilevanza nazionale.
Ma, entriamo nel dettaglio. La scheda di valutazione del MiBACT è impietosa nella sua elencazione:
- qualità artistica del progetto (1/8),
- sviluppo di progetti nazionali e internazionali (1/5),
- qualità professionale del personale artistico scritturato (1/4).
E’ una decisione politica
Il mondo teatrale veneto non ci sta. Dietro questa gara al ribasso potrebbero esserci pregiudiziali politiche, lo dice senza mezzi termini Corazzari, assessore regionale alla cultura, che pone l’accento anche sulla tempistica di questo governo ancora in carica, ma di fatto uscente. Il Veneto ai primi posti per Sanità e Pubblica Amministrazione viene sconfessato, controvertendo dati oggettivi come per esempio il 52,37 % dell’incidenza ricavi. In pratica, più della metà dei costi sono pagati dai biglietti venduti, a fronte del 14,77 % dello Stabile di Napoli.
Questa decisione, chiosa dunque l’assessore, ha il sapore di una risposta politica. Alle avances federaliste di questa regione, ci chiediamo? Ma nessuno in sala va oltre le allusioni. Piuttosto l’auspicio è che le forze istituzionali e artistico-culturali si uniscano in difesa del patrimonio teatrale veneto. Primo atto, una richiesta di incontro con il Ministro, già formalizzata da Corazzari.
Nello stesso tempo la promessa di difendere i livelli occupazionali che una possibile, anche se non scontata, riduzione dei finanziamenti potrebbe mettere a rischio.