Teatro

"Il vero attore nasce in teatro": Carlo Giuffré, dal passato al presente

Carlo Giuffré
Carlo Giuffré

Ricordiamo il grande attore scomparso ieri attraverso le sue stesse parole, rileggendo le ultime due interviste che rilasciò a Teatro.it.

Vogliamo ricordare Carlo Giuffré con alcune delle sue stesse parole: sono quelle che ha lasciato a noi di Teatro.it, attraverso due interviste di cui ripubblichiamo un estratto.

Sono parole attuali, come è sempre attuale il pensiero di chi attraversa decenni facendo grande una disciplina, perché non si limita a viverne uno o pochi aspetti ma li vede tutti insieme e dall'alto.
Adesso da un po' più in alto.
 

"La passione per il teatro l'ho avuta da sempre. A dodici anni vivevo in un collegio e per evitare le attività canoniche facevo qualunque cosa, suonavo anche la tromba nella banda. Ad un certo punto ci chiesero chi volesse fare teatro ed io alzai la mano, e non per evitare la parrocchia ma per l'emozione all'idea di recitare. Da allora cominciai a fare l’attore in un teatrino del Collegio di orfani, ed oggi sono ancora qui con la stessa emozione, con la stessa preoccupazione, con gli stessi dubbi.

Ogni volta che mi metto in gioco non so mai se andrà bene.

Il teatro è Vita, è come una terapia, ti fa sentire bene. Purtroppo oggi il teatro sta scomparendo a causa della televisione. Non c’è più poesia, non c’è più cultura. Il teatro in stretta sinergia con il pubblico è uno spazio dove si vivono sempre emozioni fortissime. E mi creda, questa simbiosi che noi attori viviamo continuamente con il nostro pubblico è davvero una cosa piacevole, miracolosa.
 


Tutti gli spettacoli mi hanno emozionato, a partire da Natale in Casa Cupiello. Ogni qualvolta interpreto un personaggio ne assumo le sue caratteristiche. Tutti i personaggi che ho interpretato mi hanno dato una grande soddisfazione.

Antonio Barracano è un uomo d’onore (a proposito de Il Sindaco del Rione Sanità, n.d.r.), un capo-quartiere che amministra la giustizia nella celebre zona di Napoli, divenendone di fatto il “sindaco”, l’autorità assoluta a cui i meno abbienti si rivolgono per risolvere i loro problemi, senza ricorrere ai tribunali, dove, per ignoranza e povertà e non avendo santi in Paradiso, non avrebbero forse ottenuto soddisfazione. Eduardo costruisce un eroe, crea un idolo polemico, propone un personaggio che in buona fede fa del male, un giusto che perpetua l'ingiustizia. E' sicuramente uno dei personaggi più complessi del suo Teatro. «E' stato il mio ruolo preferito, è uno dei personaggi più interessanti che un attore possa desiderare», diceva Eduardo. Fu ispirato da un personaggio reale che pure io ho conosciuto. Venne un giorno in camerino a bersi un caffè e poi si vide lo spettacolo.
 


Sembra che a Napoli si parli spesso di malavita, anche se Eduardo ne vedeva la poesia. Quello che bisogna chiarire è che […] non è un fatto che riguarda solo Napoli, ma tutto il mondo. Oggi sappiamo che c’è la mafia cinese, quella russa, quella giapponese… anche se, dopo Gomorra, sembra che tutti i crimini siano napoletani. Beh, non proprio. Diciamo che Roberto Saviano ha riportato alla luce cose che molti non volevano sapere e ha pubblicato le sue ricerche. Ho provato a leggere il suo libro non ci sono riuscito, c’è troppa cronaca, fredda. Io credevo fosse un romanzo. Forse averne fatto un film ha dato questa sensazione. Ma non ci sono gli elementi di un romanzo, sono solo dati raccapriccianti. Eppure non credo che sia così solo Napoli o il casertano.

Ai giovani talenti consiglio di andare avanti senza arrendersi nonostante le difficoltà. C’è chi per emergere punta sulle fiction, i reality ed è sbagliato. Il vero attore nasce in teatro. Chi fa cinema e televisione lo fa con il microfono, non recita".