Teatro

In memoria di Enzo Moscato, immenso poeta della scena

Enzo Moscato
Enzo Moscato © Paolo Visone

Il grande attore e drammaturgo napoletano si è spento mentre era in corso una retrospettiva sulla sua opera teatrale

Con la scomparsa di Enzo Moscato il teatro del nostro tempo perde una delle voci più preziose e rilevanti, audace demiurgo della parola senza eguali nella scena contemporanea. Drammaturgo, attore e regista di sé stesso Moscato esordì all'inizio degli anni Ottanta con una scrittura comico-realistica abitata da personaggi abissali, marginali, collaterali al grande coro della società.

La prima produzione fu segnata da un’attiva collaborazione con Annibale Ruccello, in memoria del quale scrisse poi lo struggente Compleanno, probabilmente la più rappresentata fra le sue opere.


Nei suoi lavori hanno recitato fra gli altri Antonio Neiwiller, Annibale Ruccello, Isa Danieli, Toni Servillo, Silvio Orlando, Licia Maglietta, Tonino Taiuti, Cristina Donadio, Marco Manchisi, Iaia Forte

È stato anche attore di cinema, diretto ad esempio da Mario Martone, Antonietta De Lillo, Stefano Incerti. Resta impressa nella memoria la sua singolare interpretazione di Europa, anziana donna transessuale, in Mater natura di Massimo Andrei.


A metà degli anni Novanta Moscato era già un mito vivente; e non di rado alle sue prime rappresentazioni confluiva silenziosamente un numero di spettatori doppio, triplo rispetto alla capienza del teatro, una folla che restava in paziente attesa sull’uscio con l’aspettativa di poter assistere all’irripetibile rituale. 

Accadde così per i lavori della «Quadrilogia di Santarcangelo», Mal d’hamlé, Recidiva, Lingua carne soffio, Aquarium ardent, scritture che nella ieratica intonazione del corifeo Moscato davano forma esatta ad una liturgia ipnotica fondata su un’altissima tessitura linguistica ed una spiazzante capacità evocativa. 

La lingua poetica di Moscato è una sapiente ibridazione di napoletano ed italiano contrappuntata di volta in volta col francese, il tedesco, lo spagnolo, il latino, il greco; mentre la costruzione in versi sciolti dissimula a tratti segnature metriche regolari ed un’armonia sonora che caratterizza in modo essenziale la recitazione, come una litania interiore che la voce rivela in forma sublime.


Enzo Moscato se n’è andato quando la Sala Assoli di Napoli aveva appena avviato la retrospettiva «We love Enzo» a lui dedicata, nei giorni in cui Isa Danieli era in scena coi racconti di Tempo che fu di Scioscia e protagonista del film Luparella, diretto da Giuseppe Bertolucci. 

Così la replica di domenica 14 gennaio è diventata una toccante celebrazione collettiva, con l’omaggio commosso della Danieli e infine un lungo applauso del pubblico, carico di gratitudine e d’amore.