Sabato 4 febbraio, alle ore 21, al Teatro del Navile di Bologna, in Via Marescalchi 2/b (ang. Via D’Azeglio, 9 – Piazza Maggiore), Ivano Marescotti legge Raffaello Baldini “Il poeta”.
Ivano Marescotti, interprete per eccellenza della poesia di Raffaello Baldini, legge i versi del grande poeta romagnolo, unanimemente considerato uno dei più grandi poeti italiani.
Attraverso la lettura delle poesie di Baldini, sapendo bene, come diceva l'amico Raffaello, "che alcune cose succedono solo in dialetto", Marescotti riesce a coinvolgere e a catalizzare l’attenzione del pubblico e a trasformare la poesia in un grande affresco popolare da dove emergono con forza i personaggi baldiniani.
Raffaello Baldini è sempre presente nei monologhi di Marescotti al punto che pezzi come "Cinìs, Giapunìs" o "ch'ór'èl?" o "la firma", capolavori assoluti della poesia baldiniana, vengono richiesti a gran voce (come succede per famosi successi nei concerti rock) dal pubblico che ormai li conosce a memoria.
E’ lo stesso Ivano Marescotti a spiegare il successo e la crescente popolarità dei versi di Baldini: "La gente ama Baldini diventato ormai popolarissimo. E’ esaltante vedere come tanta gente segua uno spettacolo che propone una semplice lettura di poesie di uno tra i più grandi poeti contemporanei, abbattendo gli steccati tradizionali tra poesia "colta" e "popolare".
Raffaello Baldini, nato a Santarcangelo di Romagna nel 1924 e morto a Milano nel 2005 all’età di 80 anni, è considerato uno dei più grandi poeti italiani. Con altri intellettuali santarcangiolesi nell’immediato dopoguerra diede vita al cosiddetto "Circolo del Giudizio" (oltre a Baldini, Tonino Guerra, Gianni Fucci, Flavio Nicolini, Nino Pedretti). La poesia dialettale di Baldini ("scrivo in dialetto - aveva dichiarato una volta - perché è il modo più intimo di esprimermi, perché ci sono cose che succedono in dialetto") aveva riscosso innumerevoli successi: le sue raccolte come "La nàiva", "Furistir" e "Ad nòta" hanno ottenuto premi e riconoscimenti. Nel 2004 aveva vinto il Premio "Dino Campana".Ivano Marescotti, romagnolo come il poeta, ha contribuito ad accrescere la notorietà di Baldini con alcune letture pubbliche di alcune delle sue più famose poesie e con la messa in scena di tre monologhi teatrali: "Zitti tutti"! (1993), "Carta canta" e "In fondo a destra". Raffaello Baldini intorno alla metà degli anni Cinquanta si era trasferito a Milano per lavorare nell’ambito del giornalismo, come redattore del settimanale "Panorama". Nel 1967 pubblicò "Autotem", una prosa ironica e pungente che anticipava il gusto e l’originalità delle opere successive. L’esordio poetico in dialetto romagnolo è del 1976 con la raccolta "È solitèri", cui sono seguite "La nàiva" (1985, Premio Carducci), "Furistir" (1988, Premio Viareggio), e "Ad nòta" (1995, Premio Bagutta). Nel 2000 è uscito il volume "La Nàiva. Furistir. Ciacri", che aggiunge alle poesie già edite i versi più recenti dell’ultima sezione (Premio Librex-Montale). Nel volume "Lei capisce il dialetto?", pubblicato nel 2003, sono stati raccolti una nota dello stesso poeta, alcune interviste da lui rilasciate e una ricca raccolta di interventi critici relativi alla sua produzione letteraria. L’ultima raccolta di versi di Raffaello Baldini è "Intercity": porta il nome di un treno ed è la storia di un viaggio, un viaggio esistenziale per il poeta che ora è arrivato alla fine. Il racconto si snoda attraverso il consueto incontro del poeta con vari personaggi, che si interrogano sul mistero del tempo, sui desideri che popolano la vecchiaia e sulla malinconia di ritrovarsi soli, anche se spesso ritorna la necessità della solitudine, del sentirsi ´Furistèr´ (forestiero), come si intitola la sua raccolta forse più nota. ´´Mett ch´e venga la fein de mond, admen ... metti che venga la fine del mondo, domani / dopodomani, e moriamo tutti, metti che la terra / s´infradici, si sbricioli / che si riduca un polverone, che si perda nell´aria, / e la luna lo stesso, si spegne il sole, / le stelle, viene un buio / non c´è più niente, e in tutto quel buio il tempo / andrà ancora avanti? da solo? / e dove andrà? ... l´ andarà ancoura aventi? da par leu? / e do´ ch´ l´ andrà?´´.
Ivano Marescotti, romagnolo di Bagnacavallo, classe 1946, attore, scrittore e regista, è direttore artistico del Teatro Comunale di Conselice In teatro ha lavorando fra gli altri con Leo De Berardinis, Carlo Cecchi, Mario Martone, Thierry Salmon, Armand Gatti, Santagata e Morganti, Giampiero Solari, Giorgio Gallione. Dal 1989, dopo l’incontro con Silvio Soldini nel film "L’aria serena dell'ovest", si dedica prevalentemente al cinema, da "Il muro di Gomma" di Marco Risi a "Jonny Stecchino" e "il Mostro" di Roberto Benigni, da "Strane storie" di Sandro Baldoni a "Luna e l'altra" di Maurizio Nichetti,"La lingua del santo" di Carlo Mazzacurati, "Asini" e "Un delitto impossibile" di Antonello Grimaldi, ai film internazionali “Mario and the magicien” di Klaus M. Brandauer, Le chateau des Olivier TV-movie di Nicolas Gessner in Francia, "Talented Mr. Ripley" del premio Oscar Antony Minghella, “Hannibal” di Ridley Scott e in "King Arthur" di Antoine Fuqua "The moon and the stars" di John Irvin.
Nel 1993 recupera il suo dialetto romagnolo e torna al teatro con i testi del grande poeta Raffaello Baldini, “Zitti Tutti” e “Carta Canta”, fino a scriversi e prodursi i suoi spettacoli come “Dante, un patàca” ispirato alla Divina Commedia.
Tra i premi e i riconoscimenti: Premio Walter Chiari per il cinema (1997), Premio Linea d’ombra al festival di Salerno (1998), Nastro d’argento (2004) per il cortometraggio “Assicurazioni sulla vita" di Carboni-Modigliani. Nel 2010 ha ricevuto il “Premio alla carriera città di Riolo Terme”. Numerose e di grande successo le sue partecipazioni a fiction televisive.
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