Teatro

JOSE' PARERA. Satira e caricatura nel Risorgimento

JOSE' PARERA. Satira e caricatura nel Risorgimento

Al Museo Lia della Spezia tutto viene fatto con una cura particolare e con singolare originalità, anche le celebrazioni per i 150 anni dell'unità d'Italia con tavole mostrate al pubblico per la prima volta, una collezione di caricature di straordinarie bellezza e ironia. L'autore, José Parera, nasce a Barcellona per poi divenire a Madrid pittore di corte, seguire l'Infante in Francia e poi raggiungere l'Italia, dove rappresenta una delle voci più ragguardevoli del giornalismo satirico della giovane Italia unita. Il percorso si articola in tre sezioni che illustrano lo spirito con cui l'artista spagnolo osserva l'Italia, i protagonisti del nostro Risorgimento, le personalità della cultura ma anche figure del quadro politico internazionale.

Nel suo saggio in catalogo, il direttore del Museo Andrea Marmori ripercorre  la storia della caricatura in modo sintetico ed efficace. Spetta a Francesca Giorgi presentare José Parera e a Luigi De Angelis di riferire sui giornali di don Sancio. Parera era un attento osservatore della realtà dei fatti e un abile ritrattista, oltre che un valente pittore, tanto che le sue caricature hanno la dignità di veri dipinti sia nel contenuto che nella forma. Il catalogo è strumento prezioso per visitare la mostra perchè ogni opera è riprodotta con foto ed accompagnata da una scheda che ripercorre la figura ritratta e coglie i dati salienti della caricatura.

Ferdinando II è rotondo come una bomba, visto che era soprannominato “il re bomba”. Massimo d'Azeglio era scrittore e pittore: eccolo dunque con la penna d'oca e la tavolozza, sul bavero le molte spille per gli incarichi politici. Riflessivo e vestito di scuro Giuseppe Mazzini, cacciatore (di lepri dal volto femminile) Vittorio Emanuele II, appoggiato sullo stivale italico bordato di tricolore il conte di Cavour, atteggiamento indispettito e tre corone calcate in testa per papa Pio IX (vicino a una comoda su cui è raffigurato lo stemma papale), Garibaldi leone a Caprera, Eugenio Torelli fondatore del Corriere della sera a cavallo di un gufo, duellante Felice Cavallotti, il marchese di Rudinì alle prese con gli etiopi, perso dentro un enorme stivale italico il piccolo Vittorio Emanuele III, avvolto nel tricolore con una grande penna in mano Alessandro Manzoni si appoggia su un tomo dei Promessi sposi, una grande tela di ragno occupa il tavolo dell'immobile Arrigo Boito, Edmondo De Amicis scavalca nazioni con ampie falcate, Gioachino Rossini è ai fornelli con gli ingredienti delle sue opere, Amilcare Ponchielli è introverso e solitario, Giuseppe Verdi è seduto sopra un mappamondo di note ed ha in mano la partitura di Falstaff (questa è l'immagine della mostra). Eppoi compositori, cantanti lirici, editori, pittori, reali, tra cui la regina Vittoria.

La Spezia, Museo civico Amedeo Lia, fino al 22 maggio 2011, aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 18 (lunedì chiuso), ingresso euro 6,50 (comprese le collezioni permanenti del museo), catalogo edizioni Museo Lia, infoline 0187.731100.