L’estate di Assemblea Teatro, che vedrà la compagnia torinese presentare tre nuove produzioni, si avvia da inizio giugno. Palco, una fra le più interessanti scene del teatro di ricerca italiano, il Festival delle Colline Torinesi. Dopo la presentazione di uno studio in lingua spagnola - la lingua “madre” che ha visto nascere questa storia scritta da Hernan Riviera Letelier- nella passata edizione de EL TEATRO EN ESPANOL, tocca ora al Festival delle Colline Torinesi ospitare il debutto nazionale della nuova produzione di Assemblea Teatro – Teatro Stabile di Innovazione, de LA BAMBINA CHE RACCONTAVA I FILM, uno spettacolo intenso e coinvolgente, dal forte sapore sudamericano, che saprà “stregare” chi è ancora capace di appassionarsi per le buone storie! Un viaggio nel cinema del passato e in un mondo oramai scomparso.
Visto che in casa il denaro andava a cavallo e noi a piedi, quando arrivava un film che a mio padre sembrava bello, si mettevano insieme le monete a una a una, quanto bastava per un biglietto, e mandavano me a vederlo. Poi, una volta tornata dal cinema, io dovevo raccontarlo alla famiglia riunita al completo nel soggiorno.
Il Sud America ci ha insegnato, spesso, che realtà e fantasia hanno un confine davvero labile… un filo che divide mondi che spesso si mescolano. In un racconto si possono così incontrare la storia di un paese nell’arido deserto e quella di una famiglia, delle sue avventure e delle sue sconfitte. Si può avere l’impressione di non capire bene se si tratti della verità o di semplici parole. Parole comunque calde, potenti, che aprono al sogno ed all’immaginazione, parole indimenticabili.
Una storia di straordinaria intensità. Maria Margarita ha un dono, quello del raccontare, e la sua vita si snoda attraverso parole che riportano alle miniere di salnitro come agli anni delle grandi star del cinema (da Marilyn Monroe a José Alfredo Jiménez, re della musica e del cinema messicano). Protagonista un’umanità variopinta, povera, ma mai arresa. Una sola sala per le pellicole e un unico bazar: questo è il paese. Ma in casa di Margarita non ci sono neppure i soldi per vedere gli spettacoli. Così tra la durezza del quotidiano e l’immaginario dei films ecco nascere il mito della “bambina che raccontava storie” … almeno fino all’arrivo in paese di una nuova “scatola magica”.
Questo testo emozionante è un vero e proprio atto d’amore verso l’arte antica del raccontare, e dell’ascoltare. Parole desuete, in un mondo in cui social network e media mutano di mese in mese, in cui le novità sono presto già “passate di moda”. Il narrare torna protagonista e ricorda ciò che si è perso per strada… l’incredibile fascinazione del cinema e il miracolo della parola.