Teatro

La danza grande protagonista al Napoli Teatro Festival Italia

La danza grande protagonista al Napoli Teatro Festival Italia

Grande protagonista della quarta stagione del Napoli Teatro Festival Italia è la danza con ben sei performance dirette da coreografi di fama internazionali e nuovi talenti emergenti già apprezzati nel E45 Napoli Fringe Festival dello scorso anno.
Primo appuntamento coreutico è “Sécheresse et pluie-recreation 2011”, spettacolo in coproduzione con il Festival di Edimburgo che andrà in scena al Teatro San Ferdinando il 27 e 28 giugno (ore 20.30) in prima europea; la performance firmata dalla coreografa vietnamita Ea Sola, è una nuova versione del suo celebre Sécheresse et Pluie (Siccità e Pioggia) del ’95, spettacolo sul tema della guerra interpretato da danzatrici non professioniste. Dall’amaro interrogativo sulle ragioni dei conflitti mondiali alle “memorie del mondo”, l’attenzione della coreografa si sposta sul problematico connubio “uomo-natura” interrogandosi sul fluire del tempo e la dinamica delle interrelazioni.
Il secondo appuntamento vede il ritorno a Napoli del coreografo brasiliano Ismael Ivo con “Sacrificium-Victims of musical sensualità”e “Le sacre du Printemps”in scena il 27 e 28 giugno alle ore 22.30 all’ “Albergo dei Poveri”. Il primo lavoro rende omaggio ai “castrati” settecenteschi, privati della propria sessualità al fine di conservare una voce soave e fanciullesca; la danza si fa dialogo tra corpo e anima cercando di recuperare quell’equilibrio sacrificato in nome della musica. La performance fa da prologo al secondo lavoro di Ivo, “Le sacre du Printemps” performance sperimentale eseguita da 14 ballerini selezionati dallo stesso coreografo; immersi per 4 settimane in un antico granaio di Paestum, i danzatori hanno potuto cogliere e assaporare l’essenza stessa della natura e della tradizione di quei luoghi, riproponendone attraverso una sagace contaminazione artistica tutto il senso, l’anima e la verità.
Sempre al “Real Albergo dei Poveri” approdano il 2 e 3 luglio (ore 22.30), “Le trous du Ciel” ed “Étude no. 1”, rispettivamente un balletto in un unico atto, e un solo il secondo, coreografati dalla canadese Marie Chouinard. Il primo lavoro è una favola moderna ispirata alle peregrinazioni di un’antica tribù eschimese; i “buchi del cielo”, ovvero come gli eschimesi sono soliti definire le stelle, tessono una ragnatela di emozioni, immagini evocative e ritmi atavici ricchi di enetgia rendono il suo lavoro “selvaggio” e vitale. L’ “Étude no. 1” è invece una composizione sonora appositamente ideata per la danzatrice Lucie Mongrain, basata su di una danza “geometrica” contemporanea, dura e fluida allo stesso tempo.
Debutterà al Festival anche lo spettacolo “A Day in the life”, proposto dalla compagnia britannica Prodigal Theatre all’ “E45 Napoli Fringe Festival 2010”; in scena dal 14 al 16 luglio (ore 20) al Teatro San Ferdinando per la regia di Miranda Henderson è ispirato alla danza “parkour”. Definita anche come “art du déplacement” ovvero arte dello spostamento, si afferma come disciplina metropolitana, agli inizi degli anni Ottanta nei sobborghi di Parigi, grazie ad un gruppo di giovani (i Yamakasi), tra cui Malik Diouf, famoso danzatore francese, nonché attore nel film Yamakasi. I nuovi samurai di Luc Besson. La tecnica basata su rapidità, agilità e forza, si ispira ai valori morali di perseveranza, disciplina e autocontrollo, fondendo diversi stili coreutici con antiche discipline orientali. In un reticolato di luci e ombre la performance narra il sogno di ogni impiegato di poter realizzare un miglioramento della propria posizione sociale.