Pronti per il debutto dello spettacolo di Claudio Bisio. Il regista Giorgio Gallione: "Raccontiamo l'uomo contemporaneo, con uno sguardo attraverso il tempo, e ci riconosciamo".
Tutto pronto per il debutto di La mia vita raccontata male: Claudio Bisio, Giorgio Gallione e Francesco Piccolo parlano di sé stessi, ma stendono un tappeto di parole, musiche e gesti sopra il quale costruiscono storie in cui tutti noi ci possiamo riconoscere, a prescindere dal genere, dagli orientamenti politici e dall’età.
La mia vita raccontata male, prodotto dal Teatro Nazionale di Genova, debutta proprio nel capolluogo ligure nel mese di gennaio, per poi iniziare una lunga tourneè (VEDI LE DATE) in centro-nord Italia. Sul palcoscenico Claudio Bisio, con i musicisti Marco Bianchi e Pietro Guarracino: la regia è di Giorgio Gallione, mentre i testi sono di Francesco Piccolo.
“E’ una prima assoluta – spiega Claudio Bisio – Non lo abbiamo mai provato davanti al pubblico, e quindi noi stessi non abbiamo ancora idea di come viene”. “Gallione e Bisio lavorano insieme da 25 anni – ha detto Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova – In questo lungo periodo i loro spettacoli hanno seguito un lungo cammino che oggi approda a questo lavoro. Qui Claudio Bisio fa un melologo: armonia sostenuta dalle parole. Densità delle parole sostenute con effetti che cambiano in base agli stili diversi della musica”.
Attraversare la vita di una persona
“La mia vita raccontata male è il tentativo di attraversare la vita di una persona – ha spiegato Piccolo in collegamento da Roma – Una vita in generale, divertente, malinconica, dove lo spettatore può dire “si sta parlando di me” e si identifica con la narrazione”.
Bisio non ha saputo resistere alla tentazione della battuta. “Dopo Daniel Pennac, Stefano Benni, Alessandro Baricco e Michele Serra, a scendere io e Gallione abbiamo trovato Francesco Piccolo – ha detto il protagonista, ridendo sotto gli occhi dell’interessato – Abbiamo fatto un collage di suoi momenti salienti, ci siamo un po’ ispirati anche al libro Una cosa divertente che non farò mai più di Wallace; il titolo lo abbiamo scopiazzato dal fumettista Gipi; abbiamo ripescato a piene mani, mettendoci dentro i Caroselli che vedevamo da bambini, le Gemelle Kessler e l’altra TV del tempo”.
“Raccontiamo in prima persona questo Signor G, uomo contemporaneo che sono io, che siamo tutti – spiega Gallione – Sono racconti di vita pieni di autoironia, autocoscienza, miserie, ipocrisie, gesti nobili. Una finzione scenica che diventa sovrapposizione alla realtà. Non c’è una costruzione cronologica esatta: si va avanti a raccontare emotivamente questa nostra vita da boomers. Sul palco sembra che Claudio stia recitando a braccio, con le sue solite battute fulminanti: in realtà non c’è nulla di improvvisato. E’ uno spettacolo molto pensato, una costruzione teatrale che definirei quasi ingegneristica”.
Bloccati dal Covid nel 2020
“E’ stato comunque un parto travagliato – prosegue Bisio – Il 20 dicembre 2020 eravamo pronti al debutto, poi abbiamo dovuto chiudere tutto. Alla ripresa abbiamo dovuto ricominciare daccapo”.
“Questo tipo di teatro - spiega Gallione – ci permette di utilizzare le parole di grandi scrittori contemporanei, che possono diventare nostre senza operazioni complesse. Serve un attore non convenzionale come Bisio per parlare della contemporaneità senza fare cronaca. E’ un bel modo di avvicinare lo spettatore al palcoscenico: un modo di fare teatro che sento più mio. Ovviamente senza snobbare i classici, né io né Claudio: il primo spettacolo di Bisio è stato Pirandello, poi Brecht.
"Con Claudio l’intesa è perfetta, altrimenti non avremmo potuto fare 25 anni di spettacoli insieme. Lui è un attore molto creativo che però sa farsi dirigere. Quando ho incrociato la scrittura di Francesco Piccolo sono stato colpito dalla sua leggerezza in senso calviniano: non futile, ma piena di ironia, profondità e malinconia. Ho subito capito che i suoi testi avevano forti potenzialità teatrali”.
Per INFO e DATE TOURNEE:
La mia vita raccontata male