Teatro

'La modestia' di Spregelburd, allestita da Ronconi, arriva a Roma

'La modestia' di Spregelburd, allestita da Ronconi, arriva a Roma

Rafael Spregelburd, nato nel 1970 a Buenos Aires, è una delle figure più rilevanti della scena argentina contemporanea. In Italia è famoso come drammaturgo, ma in realtà è anche traduttore, docente, attore (apprezzato nel cinema argentino) e regista. In particolare a volte dirige personalmente le sue opere teatrali. Nel 1994, insieme all'attrice Andrea Garrote ed altri, ha fondato la compagnia El patròn Vàzquez.
In campo drammaturgico, Spregelburd ha rotto una delle tradizioni più potenti del teatro nazionale argentino: il realismo. I suoi personaggi vivono di “linguaggio” e non sono quello che dicono di essere. Parlano, raccontano storie, riflettono sul passato e sul presente, però in verità tutto si riduce a costruzioni di linguaggio senza connessione con la realtà. La maggior alterazione delle sue pièces si radica nella capacità di mostrare che dietro al linguaggio non c’è né realtà, né sostanza umana possibile, solo illusione, simulacro, virtualità, crisi della solidità del reale. Indubbiamente queste opere iscrivono nella loro trama le nuove condizioni culturali della contemporaneità argentina.
Sono moltissimi i premi che ha ricevuto per le sue drammaturgie, sia in Argentina che fuori. Per rimanere in terra italiana, qui sono stati conferiti a Spregelburd due premi UBU: nel 2010 come Miglior Testo Straniero per “Bizzarra”, allestito da Manuela Cherubini (spettacolo che già nel 2008 era stato presentato al Teatro India di Roma, nell'ambito del Festival Short Theatre) e poi nel 2011 come Miglior Novità Straniera per “Lucido”, regia di Milena Costanzo e Roberto Rustioni.

Non è dunque una “novità” spuntata dal nulla quella che, negli ultimi due anni, Luca Ronconi ha portato sulle scene, presentandoci due pièces dell’”Heptalogia” scritta da Spregelburd: “Il panico” e “La modestia”. Però, se con i Premi UBU che gli sono stati conferiti, ci si è finalmente accorti a dovere di questo talentuoso autore, è stato grazie all’interesse di Ronconi e delle sue apprezzate regie tra sogno e sostanza che si è superata quella soglia che separa la novità dalla familiarità e che, a livello percettivo, lo ha reso in breve tempo quasi un “classico”, creando una specie di fanatismo intorno alla sua figura di drammaturgo.
D’altronde era quasi inevitabile, se si considera che Rafael Spregelburd da anni viene amato da mezza Europa, dalla Spagna dove vince premi, andando verso est, soprattutto in quella Germania dove tiene delle residenze artistiche.

L’interesse di Luca Ronconi si è, dunque, concentrato su "La modestia" e "Il panico".
Il secondo ha già terminato le poche, ma apprezzate, repliche. "La modestia", invece, sono due anni che è in tournée in Italia (il debutto risale al 24 giugno 2011 a Spoleto) e termina le repliche a Roma, dove è in programma dal 09 al 14 aprile, al Teatro Argentina (mart., merc. e ven., ore 21:00; giov e dom., ore 17:00, sab. ore 19:00).
In ogni caso si tratta dell’unione di due talenti: Rafael Spregelburd e Luca Ronconi.

Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa (di cui Ronconi è direttore artistico), ente produttore di entrambi gli spettacoli ("La modestia" è co-prodotta insieme a Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto e Associazione Mittelfest), in una nota introduttiva a "La modestia" scrive: << Squadernare le categorie di spazio e tempo – sulle quali per definizione si regge il teatro – lavorare sull’accumulo e la frammentazione, scrivere testi dalla struttura apparentemente ingovernabile in realtà perfettamente simmetrica – sia Ronconi sia lo stesso Spregelburd dicono che le commedie dell’Eptalogia hanno una struttura “a frattale” – è il cuore della ricerca di questo autore, così profondamente in sintonia con la nostra prospettiva artistica. >>

La modestia” indica la finta modestia, pericolosissimo vizio che sa di mediocrità e che allude alla superbia. La vicenda, una storia di equivoci e di espedienti, si svolge in un unico spazio, che indica due luoghi – e di conseguenza due tempi – diversissimi e lontani: Buenos Aires ai nostri giorni, e forse un paese dei Balcani in un tempo passato. Una sensazione di spaesamento pervade i personaggi: nessuno si sente mai a casa propria, né in senso logistico, né in senso identitario.
In una nota Ronconi dice che si tratta di una commedia enigmatica o ironica, a seconda dell’occhio con cui lo spettatore sceglie di vederla; poi aggiunge: << Il teatro di Spregelburd fa pensare a un certo cinema che abbiamo conosciuto grazie a registi come Iñarritu e Arriaga. Una cifra tipicamente sudamericana ma che ci è divenuta familiare e che viviamo come profondamente contemporanea. >>
Nel suo sito internet personale, https://www.spregelburd.com.ar, il drammaturgo argentino presenta così “La modestia”:
<< Siamo di fronte a una “comedia de puertas” [una specie di commedia degli equivoci o d’intreccio, ndr] nel suo significato più ordinario, e nello stesso tempo, davanti a un’opera sulla dialettica, i confini e la incertezza del Male. E la modestia, naturalmente. La modestia come peccato. Il piacere superbo e colpevole che nasce dal gesto disperato di tentare di essere un po’ meno di quello che si è, con lo scopo intimo, forse, di pagare in comode rate un debito infinito. L’esistente, l’individuale, si vincola con l’infinito attraverso una colpa interminabile. >> [traduzione mia, ndr]
Spregelburd ispirandosi alla pittura grottesca e visionaria di Hieronymus Bosch, pittore del ‘500 che, nel dipinto "I sette peccati capitali" (visto da Spregelburd al Museo del Prado di Madrid), rappresentava la morale medievale con i suoi vizi capitali, ha scritto e raccolto sotto il titolo di “Heptalogia” sette opere rappresentanti la dissoluzione della morale moderna. Secondo lui ereditiamo i sette peccati del passato e ne generiamo altrettanti nuovi. I titoli di questi testi designano quelli che secondo l’autore argentino sono i sette peccati contemporanei che si sostituiscono a quelli medievali: “La inapetencia” (indica la lussuria); “La extravagancia” (indica l’invidia); “La modestia” (indica la finta modestia, cioè il peccato antico della superbia); “La estupidez ” (indica l’avarizia); “Il pànico” (indica l’accidia); “La paranoia” (indica la gola); “La terquedad” (indica l’ira).

"La modestia" è stata una delle prime opere ad essere scritte (insieme a "La inapetencia" e "La extravagancia"). E’ stata creata nel 1999 e già nell'aprile di quell'anno fu portata in scena a Buenos Aires e diretta dallo stesso Spregelburd con grande successo, tanto da ricevere due riconoscimenti: il Premio Dario Clarìn, come "Mejor obra de autor nacional" e il Premio GETEA - Teatro XXI, come "Mejor obra Dramàtica de autor argentino". Tra gli altri premi che in seguito gli sono stati tributati, nel 2000 c’è il Premio Teatro del Mundo, come "Mejor texto dramatico", conferito dal Grupo de Estudios de Teatro Comparado de la UBA (Universidad de Buenos Aires) - VI Jornadas de Teatro Comparado de la UBA e nel 2004 è arrivato il Premio Ciudad de Almagro come "Mejor obra de texto", durante il Festival de Teatro contemporàneo de la Ciudad de Almagro (Spagna).

Di Ronconi cosa si può dire? E' un po' il padre insuperato di molta regia contemporanea e evidentemente ha individuato in questo drammaturgo un talento adatto alle sue scene che hanno sempre un qualcosa di profondo, irreale, altro... contemporaneo e contemporaneamente senza tempo e senza luogo. Nelle pagine dell’artista argentino ha trovato riscontro ad alcuni dei suo temi preferiti: il continuo gioco di specchi che certifica l’impossibilità di definire il reale; la riflessione sul rapporto fra attore e personaggio che si moltiplica all’infinito; la dichiarazione di fallimento del reale. "La modestia" è, infatti, il ritratto di una società in consapevole disfacimento.

La traduzione in italiano e a cura di Manuela Cherubini. Ad interpretarla ci sono degli attori-simbolo di Ronconi: Francesca Ciocchetti nelle vesti di Angeles / Anja, Maria Paiato in quelle di Maria Fernanda / Leandra, Paolo Pierobon nel ruolo di Arturo / Smederovo e Fausto Russo Alesi in quello di San Javier / Terzov.

Lo spettacolo, della durata di 2 ore e 45 min., è un progetto del Centro Teatrale Santacristina, una co-produzione Piccolo Teatro di Milano-Teatro d'Europa, Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto e Associazione Mittelfest.