Il 7 dicembre si inaugura la stagione lirica di Milano con l'edizione in due atti fischiata nel 1904 e mai più rappresentata. Sul podio Riccardo Chailly, regia Alvis Hermanis, protagonista Maria Josè Siri.
La storia è nota: la prima assoluta di Madama Butterfly alla Scala di Milano il 17 febbraio 1904 fu un clamoroso insuccesso, forse a causa di un agguato organizzato al compositore e al suo editore Ricordi, ma certo anche per la inaspettata crudezza a cui il pubblico non era preparato, al punto da costringere l'autore a rivedere la partitura che poi ebbe entusiastici applausi al Teatro Grande di Brescia il successivo 28 maggio.
Per l'inaugurazione della stagione della Scala 2016-17 Riccardo Chailly ha scelto la prima Butterfly per "una possibilità in più di ascolto, confronto e conoscenza" con quest'opera notissima. Il Maestro prosegue nel percorso di rilettura critica delle opere di Giacomo Puccini, iniziato con la Turandot che ha inaugurato l'Expo alla Scala e proseguito con la Fanciulla del West (recensioni presenti nel sito), e ha ripristinato con cura l'orchestrazione del manoscritto del "fiasco scaligero", attento lavoro compiuto insieme al musicologo Gabriele Dotto sull'edizione in due atti che sicuramente assicura maggiore compattezza al dramma e che manca dal palcoscenico del Piermarini ormai da ben 112 anni.
La nuova produzione prevede la regia di Alvis Hermanis, di cui a Milano sono passati Die Soldaten e I due Foscari: straordinario il primo allestimento, piuttosto ordinario il secondo (recensioni presenti nel sito). Il regista si occupa anche della scenografia, insieme a Leila Fteita e, come per il precedente verdiano, ha scelto come collaboratori Kristine Juriane (costumi), Gleb Filshtinsky (luci), Ineta Sipunova (video), Alla Sigalova (coreografie) e Oliver Lexa (drammaturgia): dunque uno spettacolo che si annuncia spettacolare ma che sicuramente dividerà il pubblico tra sostenitori di allestimenti tradizionali e fautori dell'utilizzo di nuove tecnologie e della contaminazione con la contemporaneità: la fedeltà al testo sarà accompagnata da citazioni del teatro giapponese, come ben sintetizzato dall'immagine scelta dal Teatro che potete qui vedere.
La produzione ruota attorno alla Cio-Cio-San di Marià Josè Siri, soprano uruguayano (ma dalle lontane origini italiane) emergente sulla scena internazionale, che si confronta con il Pinkerton di Bryan Hymel, davvero americano (nato e cresciuto nel profondo sud, a New Orleans, Louisiana) reduce da un successo personale al Metropolitan di New York con la nuova produzione del Guillaume Tell di Rossini e in questo teatro anche acclamato interprete di Enea in Les Troyens di Berlioz. Sharpless è affidato all'esperienza di Carlos Alvarez, Suzuki alla sensibilità di Annalisa Stroppa. Completano il cast Carlo Boso, Nicole Brandolino, Costantino Finucci, Abramo Rosalen, Leonardo Galeazzi, Gabriele Sagona e Romano Del Zovo, mentre il coro del teatro è preparato come sempre da Bruno Casoni.
La prima di gala del 7 dicembre, trasmessa in diretta dalla Rai (questa volta torna su Rai Uno e non va in onda su Rai Cinque come negli anni recenti), è preceduta dalla ormai tradizionale anteprima del 4 riservata ai giovani e seguita da sette repliche fra il 10 dicembre l'8 gennaio; intorno all'opera mostre, convegni e incontri.