Un curioso atto unico diviso in un prologo e 14 scene. Un testo leggero e curioso attraversato da ironia e sfumata satira. La vicenda è ambientata in un tempo futuro su un pianeta di un’altra galassia ed ha come protagonisti due graziosi e sfortunati alieni. Nel loro mondo super organizzato e super razionale tutto sembra funzionare a meraviglia ma…non esiste la musica; quando i due alieni inventano la radio e captano i suoni provenienti dal pianeta Terra scoppia il finimondo! L’atmosfera in bilico tra gioco e serietà, tra tragedia e commedia, tra scherzo letterario e satira politica incuriosisce e intrattiene. L’idea che sostiene la trama forse poteva essere svolta con più precisione ed il testo arricchito con più sequenze comiche, talvolta infatti leggendo si ha l’idea di trovarsi di fronte ad una prima stesura, ad un canovaccio di un’opera teatrale ancora da rifinire. Ma in fondo il pregio dell’opera è proprio questo: una pennellata di vernice fresca per dipingere pensieri teatrali ambientati nel futuro. Qui non c’è il peso della letteratura, non c’è la pressione del passato, non c’è la coscienza dell’umanità, non c’è il tempo del pianeta terra. C’è l’ironia dell’autore su un’invenzione curiosa e c’è la realtà delle galassie. Che è eterna.
La realtà delle galassie è eterna
Francesco Bigazzi
Editrice Uni Service Trento 2009
Pagg. 67 Euro 10,00
Teatro