Prosegue l’eroica attività dell’Associazione Roma Sinfonietta che, superando le colonne d’Ercole del Grande Raccordo Anulare, ha portato nel bel teatro Tor Bella Monaca quel gioiello di Pergolesi che è “La serva padrona”.
Prosegue l’eroica attività dell’Associazione Roma Sinfonietta che, superando le colonne d’Ercole del Grande Raccordo Anulare, ha portato nel bel teatro Tor Bella Monaca quel gioiello di Pergolesi che è “La serva padrona”. Si tratta di un intermezzo comico-musicale che narra le astuzie con cui la serva Serpina seduce e conquista il maturo padrone Uberto, con l’aiuto di Vespone anche lui al servizio della casa. L’Ensemble Roma Sinfonietta è schierato al centro della scena costituita da solo due sedie; intorno si muovono i personaggi che, in abiti moderni, con grande efficacia danno vita alla vicenda. Damiana Mizzi, splendida voce, perfetta intonazione e grande presenza scenica, è una spiritosa ed intrigante Serpina che con le sue furbizie e le sue civetterie conquista il diffidente padrone (ed anche qualche spettatore). Dario Ciotoli, nella parte di Uberto, è un baritono un po’ troppo atletico e seducente per essere un maturo padrone, si riscatta però cantando magnificamente ed esibendo anche lui una grande capacità di dominare la scena. Ma il fenomeno dello spettacolo è soprattutto Nicola Ciulla, nella parte muta di Vespone che con inaspettata leggerezza mima ed organizza gli intrighi e le situazioni come un vero deus ex machina, aiutando Serpina che da serva diventa finalmente padrona. La efficace regia di Cesare Scarton, nonostante la scarna ambientazione moderna, ricrea l’atmosfera di ciprie e parrucche dell’opera buffa e valorizza le grandi capacità interpretative dei protagonisti. La piccola orchestra, diretta da Fabio Maestri, sottolinea l’alta qualità musicale dell’opera e con una presenza discreta accompagna le peripezie dei personaggi. A completamento della serata, sono state anche eseguite due sinfonie dello stesso autore marchigiano da “Il prigioniero superbo” e la versione per archi di Fabio Maestri della Sinfonia per violoncello e basso continuo. Applausi festosi da parte del pubblico sorpreso e divertito