Teatro

La Venere del Botticelli diventa uno spettacolo teatrale

Venere del Botticelli
Venere del Botticelli

La modella è esistita veramente ed era una nobile genovese. Prima nazionale al FEF di Genova, nel palazzo dove la ragazza era nata e cresciuta.

Uno spettacolo sulla Venere del Botticelli, icona mondiale della bellezza fuori dal tempo. Pochi lo sanno, ma la ragazza rappresentata dal maestro rinascimentale esisteva veramente: non era un parto della fantasia dell'artista. La modella si chiamava Simonetta Cattaneo Vespucci ed era una nobile ragazza genovese. 

Il FEF, Festival dell’Eccellenza al Femminile, la celebra con lo spettacolo “Sotto il cielo di Venere. L’identità di un mito”. Il testo è stato scritto dalla critica teatrale e giornalista Silvana Zanovello, che ha curato anche la ricerca storica insieme a Giovanna Strano. L'ideazione e la regia sono di Consuelo Barilari. Interpreti Viola Graziosi e Graziano Piazza. La regia dei numerosi innesti video è di Consuelo Barilari e Paola Settimini. 


Lo spettacolo andrà in scena in prima nazionale l’1 e 2  dicembre a Palazzo San Giorgio, nel cuore del Porto Antico di Genova: e cioè la casa dove Simonetta era probabilmente nata e cresciuta. 

Simonetta Cattaneo Vespucci, nata a Genova il 28 gennaio 1453, musa di Botticelli e modello di bellezza del Rinascimento, morì a 23 anni per una malattia deturpante al tempo sconosciuta. La sua vicenda è sconosciuta ai più: sono poche le notizie sulla sua vita, mentre sono innumerevoli i ritratti che riportano il suo volto dal rinascimento ad oggi. 

Lo spettacolo è in un Palazzo Rinascimentale

Lo spettacolo è ambientato a Palazzo San Giorgio, al tempo Palazzo delle Compere: proprio il luogo dove Gaspare il padre di Simonetta fu Commissario, e dove il marito Marco Vespucci si recò a 16 anni per formarsi come futuro banchiere.

Lo spettacolo su Simonetta Cattaneo Vespucci è un bioptic raccontato in un linguaggio ibrido, tra video arte e teatro, che cerca di restituirci l’identità della donna che il mondo riconosce come Venere di Botticelli. Nella prima parte dello spettacolo  un uomo cerca le tracce della bellissima ragazza  attraverso i quadri, i ritratti, i disegni; cerca nei musei, tra i libri, cerca il suo volto raffigurato e lo trova ovunque. Quella per Venere/Simonetta è un'ossessione attraverso le epoche.  L’uomo rappresenta il nostro sguardo che si sofferma sul volto e il corpo della Venere in un ossessionante desiderio di possesso. 

L'ossessione della bellezza attraverso i secoli

Il quadro si compone tra le parole di quest'uomo  che racconta la sua ricerca, e le immagini di un film in cui domina un grande occhio che cerca, indaga. Una video installazione in cui compaiono artisti e personaggi dei nostri giorni (storici dell’arte, influencer, registi, biografi) racconta nella contemporaneità la ricerca di quest’uomo su Simonetta e la fisiognomica della bellezza.

La seconda parte ci mostra una giovane donna che appare sulla scena velata, vecchissima, distrutta dal dolore e dalla malattia, incapace di muoversi:  ci interroga sul mistero e la condanna della bellezza, e il desiderio della morte come grande consolatrice.

Le analisi sui diversi ritratti che rappresentano Simonetta Cattaneo negli anni, mostrano agli studiosi trasformazioni  del collo e del volto che - associate alla sua impossibilità a generare - inducono la diagnosi di un tumore alla tiroide.  La morte che sottrae la bellezza della giovane all’ingiuria degli anni diventa tragicamente protagonista del racconto della sua vita.