Teatro

L'ARTE DELLE DONNE - dal Rinascimento al Surrealismo

L'ARTE DELLE DONNE - dal Rinascimento al Surrealismo

A quasi trent'anni dalla pionieristica “L'altra metà dell'avanguardia 1910-1940” è visibile nelle stesse sale di Palazzo Reale questa esposizione di vasta apertura cronologica, una ricognizione a largo raggio senza voler dimostrare alcunché, rinunciando a tesi e punti di vista per avere presente il “fenomeno”: non propriamente “arte al femminile” ma donne pittrici.
Si comincia con il Cinquecento e il Seicento, i ritratti delle pioniere Sofonisba Anguissola (i suoi particolarissimi, indimenticabili occhi tondeggianti), Fede Galizia e Lavina Fontana, passando a Marietta Robusti, figlia di Tintoretto e Giulia Crespi, figlia del Ceramo. La raffinatezza di Artemisia Gentileschi precede le oscure vicende di Elisabetta Sirani e le inimitabili nature morte di Giovanna Garzoni.
Il Settecento parte dalla volitiva svizzera Angelica Kauffmann, passa per l'italiana luminosa Rosalba Carriera e si conclude con la francese Elisabeth Vigée Le Brun. Con l'Ottocento si infittisce la schiera delle artiste, Berthe Morisot, Mary Cassatt ed Eva Gonzalès, vicine agli impressionisti; Anna Lea Merritt e il vagheggiare un'Ellade simbolica; la scultrice Camille Claudel; Vanessa Bell, sorella di Virginia Woolf; la russa Natal'ja Goncharova, Gabriele Münter, compagna di Kandinskij. Il Novecento è segnato dalle personalità di Tamara de Lempicka e di Frida Kahlo. Ma anche Antonietta Raphael Mafai, Dafne Maughamn Casorati, Evangelina Alciati e tante altre, fino a Carol Rama. Nella foto il “Ritratto di Anna Banti” di Adriana Pincherle.
Non mancano sorprese, come Marianna Elmo, che si esercita nelle arti applicate all'ombra dei conventi, oppure le sorelle Coroneo a Cagliari.
A conclusione segnalo l'incipit del saggio di Marco Vallora nel catalogo, estratto dal discorso di Benito Mussolini alla Camera dei Deputati il 25 maggio 1925: “Non divaghiamo a discutere se la donna sia superiore o inferiore, constatiamo che è diversa. Io sono piuttosto pessimista, credo che la donna non abbia grande potere di sintesi e che quindi sia negata alle grandi creazioni spirituali. La donna deve obbedire”. La mostra lo smentisce, palesemente, enormemente.
Unica stonatura gli auguri in apertura, presenti anche in catalogo, di Laura Bush, che non c'entrano nulla. Seguono la frase di Virginia Woolf motto dell'esposizione: “As a woman I have no country, as a woman I want no country, as a woman my country is the world”.
Per la notte dell'8 marzo è prevista una serata speciale per le donne.
Milano, Palazzo Reale, fino al 9 marzo 2008, aperta lunedì dalle 14,30 alle 19,30, da martedì a domenica dalle 9,30 alle 19,30, giovedì chiusura posticipata alle 22,30, ingresso euro 9,00, catalogo Federico Motta Editore, infoline 02.54917. MOSTRA PROROGATA FINO AL 06 APRILE 2008