Al Teatro Astra, per la Stagione TPE, Paolo Valerio dirige l’opera goldoniana che mette in scena la lingua e le crude passioni del popolo, anticipando Giovanni Verga di oltre un secolo
Dal 21 febbraio arriva al Teatro Astra di Torino Le baruffe chiozzotte di Carlo Goldoni, allestimento del Teatro Stabile del Veneto per la regia di Paolo Valerio; da giovedì 28, invece, termina il suo tour a Venezia (qui le date al teatro Goldoni), proprio nel teatro intitolato al celebre commediografo.
Penultima commedia italiana, scritta dall'autore prima del suo trasferimento a Parigi in cerca di un rilancio, Le baruffe chiozzotte debutta nel 1762 al Teatro San Luca di Venezia. Rimane una pietra miliare del teatro italiano l’edizione (mai superata) firmata da Giorgio Strehler nel 1964, poi ripresa nel 1992: un allestimento per sale “all'italiana” per un’interpretazione “atmosferica” e autunnale, come la stagione della zucca barucca, il leitmotiv dell’intera vicenda.
Personaggi collettivi
Commedia corale en plein air a prevalenza femminile, l’opera risulta apparentemente un equilibrato intreccio tra analisi socio-psicologica e ricerca linguistica, sintesi dei maggiori successi goldoniani.
In realtà, per la prima volta Goldoni esce dall'habitat familiare e protettivo delle calli veneziane e ricerca un altrove esotico a Chioggia, città peschereccia affacciata oltre la laguna, sul mare aperto. Con sguardo d’antropologo, ne analizza ruoli e rapporti sociali, le relazioni familiari, la vita quotidiana e la psicologia dei personaggi, stigmatizzata dai soprannomi, che, attraverso le generazioni, marcano ancora oggi caratteristiche e difetti della comunità locale (Marmottina, Galozzo, Meggioto, Lasagna, Panchiana, Puinetta, Canestro, Cospettoni).
Nelle Baruffe lo strato popolare non compare più come tipo, maschera, macchietta o comprimario ma è protagonista assoluto: personaggio collettivo, rappresentato alla stregua del rigido sistema delle caste nella società tradizionale. Tutti sotto lo sguardo estraneo dell’aiutante di giustizia Isidoro, un personaggio che non compare mai in scena: Goldoni stesso era stato, prima di abbandonare la carriera di uomo di legge, un cittadino che esercitava funzioni di appoggio al nobile incaricato dell’Ufficio di giustizia di Stato.
Le passioni primordiali e violente del popolo, che rischiano continuamente di sfociare nella faida, svelano un Goldoni verista ante litteram, che nello sguardo oggettivo e distaccato anticipa e ispira esplicitamente Giovanni Verga (il proprietario di barca si chiama Paron Toni come il Padron ‘Ntoni dei Malavoglia).
Per INFO, DATE e ORARI, vai alla Scheda dello spettacolo (Le baruffe chiozzotte)