“Calderón” in prima assoluta all'Arena del Sole: il regista premio Ubu Fabio Condemi porta nuovamente in scena le parole di Pier Paolo Pasolini.
Debutta il 2 novembre in prima assoluta a Bologna Calderón (DATE e BIGLIETTI), spettacolo tratto dall’omonimo testo di Pier Paolo Pasolini e diretto dal regista premio Ubu Fabio Condemi, in scena al Teatro Arena del Sole.
Lo spettacolo, prodotto da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale e LAC Lugano Arte e Cultura, è realizzato all’interno del Progetto internazionale “Prospero Extended Theatre”, grazie al supporto del programma “Europa Creativa” dell’Unione Europea.
GLI SPETTACOLI
IN SCENA IN ITALIA
Calderón, che debutta proprio il giorno della tragica scomparsa di Pasolini, è il primo appuntamento di Come devi immaginarmi, il progetto dedicato a Pier Paolo Pasolini in occasione del centenario dalla sua nascita, ideato dal direttore di ERT Valter Malosti insieme al critico d’arte, scrittore e accademico Giovanni Agosti che intende presentare sulle scene in una sola stagione, l’intero corpus dei testi teatrali dello scrittore.
Condemi incontra Pasolini
Alla terza regia pasoliniana (dopo Bestia da stile e Questo è il tempo in cui attendo la grazia), Fabio Condemi, una delle figure più apprezzate nella nuova generazione di registi italiani - Premio Ubu 2021 - si confronta con la complessità di Calderón, un testo labirintico in cui coesistono molteplici piani e stratificazioni narrative in un continuo e ricchissimo gioco di incastri.
Calderón è probabilmente il lavoro più complesso del viaggio di Pier Paolo Pasolini nel mondo della scrittura teatrale. Un testo stratificato in cui i piani narrativi coesistono, si mescolano incessantemente, si espandono e tornano in connessione, arricchendo un composito ed eterogeneo universo immaginativo.
In scena Condemi fa incontrare la scrittura e l’immaginario di Calderón de la Barca con il teatro di Bertolt Brecht - nella rilettura di Roland Barthes; al contempo, la Spagna franchista degli anni Sessanta e la rivoluzione studentesca si fanno terreno fertile per un’interpretazione controversa della Storia recente e della sua eredità, mentre la pittura e la tecnica di Diego Velasquez agisce come sovrastante riferimento visivo che guida l’allestimento.
Nel prologo di Calderón, Pasolini affronta il concetto di rappresentazione e di relazione tra il teatro e i suoi spettatori, ponendosi in contrasto a “i competenti della nuova epoca che sta cominciando, […] che sono così informati sul presente e sulle possibilità del futuro, che ritengono decrepite le esperienze fatte lo scorso anno: e non parliamo poi del linguaggio che le esprime!”.
Gli spettatori sono chiamati a interrogarsi profondamente su se stessi, a riflettere sul loro essere nella storia, con i loro corpi, le loro opere e i loro sogni.
Calderón: il fascino indiscreto del Potere
Alla fine degli anni sessanta Pasolini porta alla piena maturazione il proprio interesse per il palcoscenico, e scrive le sue sei tragedie – tra di esse, per l’appunto, Calderón.
In questa parentesi, la drammaturgia diventa per l’autore il miglior mezzo di analisi e critica della contemporaneità.
Scritto nel 1967 e pubblicato nel 1973, Calderón, unico dramma teatrale pubblicato in vita da Pasolini, è una tragedia in versi ispirata al capolavoro del grande autore seicentesco Pedro Calderón de la Barca, La vita è sogno, ma l’atmosfera, la trama, il contesto sono radicalmente diversi: siamo nella Spagna franchista degli anni ‘60, tra tumulti rivoluzionari e logiche di potere che sembrano non lasciare altro spazio di libertà che nel sogno o nella pittura di Velázquez.
Calderón è una parabola sull'impossibilità di evadere dalla propria condizione sociale e sullo scontro tra potere e individuo nella Spagna franchista.
Pasolini si distacca dalle avanguardie, individuando nella borghesia il proprio protagonista oltre che il proprio bersaglio, trova la sua personale alternativa in una forma teatrale insieme corporea e letteraria, autobiografica e politica.
In Calderón Pasolini denuncia con pessimismo la sua più cocente angoscia: il Potere si è scoperto invincibile nel mondo contemporaneo, ovvero la società dei consumi, che ha inglobato e vanificato qualsiasi sforzo di rivolta.