Teatro

L'erotismo orientale diviene opera lirica

L'erotismo orientale diviene opera lirica

Il compositore Luca Mosca torna a scrivere per il teatro e lo fa con una favola cinese. L'opera lirica in un atto "Il gioco del vento e della luna" debutterà in prima mondiale nei cortili di Palazzo Pisani, la più grande dimora patrizia di Venezia sede del Conservatorio "Benedetto Marcello", il 10, l'11 e il 12 giugno 2014 alle ore 21.

Completata la scorsa estate, la partitura prevede dodici cantanti solisti, un coro femminile e un organico orchestrale di dieci strumenti, e reca la dedica al Conservatorio veneziano dove da un trentennio il compositore ha la docenza. La regia porta l'illustre firma di Francesco Bellotto, anch'egli docente al "Benedetto Marcello" e Direttore Artistico del Bergamo Musica Festival; sul podio il M° Giovanni Mancuso. Il cast è formato da studenti dei bienni superiori.

L'opera è liberamente ispirata ai primi episodi de "Il tappeto da preghiera di carne", classico della letteratura erotica orientale scritto nel 1633 da Li Yu, uno dei maggiori drammaturghi cinesi. La trama narra di una iniziazione carnale, mescolando poesia e spirito a un eros sereno e appagante, che non contempla l'idea di peccato ma quella del reciproco piacere. Il Chierico della Prima Veglia decide di prendere moglie e affida a due paraninfe l’incarico di trovargli la donna ideale, identificata in Nobile Profumo, giovinetta di eccelse di virtù e straordinaria bellezza, il cui viso non viene svelato che sull'altare. Ma la prima notte di nozze l'inesperta sposina respinge le avances del marito. Dopo l'indottrinamento favorito dalla lettura di libri d'arte amorosa, il Chierico viene improvvisamente arruolato e abbandona la consorte a sensuali fantasie.

Luca Mosca sceglie la chiave giocosa per dar vita a un lavoro in cui vibra la passione per la geometria stravinskiana, mediato da quel senso di frammentarietà tipico dello stile del compositore milanese: ”un po' Oriente, un po' Broadway". Graffiante e ricco di humor il libretto di Pilar Garcìa, antiretorico e con il classico colpo di scena finale: una beffa piccante e leggera che non prevede letture sociali ma una metamorfosi individuale. Bellotto imposta la messa in scena come un dirompente B movie dalla drammaturgia irriverente e teatralissima, già contenuta nel testo musicale. "Un approccio molto simbolico - anticipa il regista - che si diverte a scimmiottare gli stereotipi con cui generalmente leggiamo l'Oriente".

Conservatorio di Musica "Benedetto Marcello" Sestriere di San Marco 2810. Tel. 041 522 5604  www.conserve.net