Pororoca coreografia Lia Rodrigues in collaborazione con i danzatori Amália Lima, Ana Paula Kamozaki, Lidia Larangeira, Calixto Neto, Leonardo Nunes, Thais Galliac, Jamil Cardoso, Gabriele Nascimento, Paula de Paula, Bruna Thimotheo, Francisco Cavalcanti e con la collaborazione di Allyson Amaral, Clarissa Rego, Carolina Campos, Volmir Cordeiro, Priscilla Maia drammaturgia Silvia Soter, costumi João Saldanha e Marcelo Braga, disegno luci Nicolas Boudier produzione Centre national de danse contemporaine d’Angers, Théâtre Le Quai - Théâtre Jean Vilar de Vitry-sur-Seine, Théâtre de la Ville, Festival d’Automne – Paris, Kunstenfestivaldesarts - Bruxelles con il sostegno di REDES de Desenvolvimento da Maré, Espaço SESC –Rio de Janeiro, Prince Claus Fund.
Invitata e più volte premiata dai maggiori festival di tutto il mondo – da Avignone a Edimburgo e Montréal, dalla Biennale di Lione al Suzanne Dellal International Dance Competition di Tel Aviv – Lia Rodrigues, insime alla sua compagnia, ha fatto conoscere il linguaggio della danza brasiliana. Ma le sue coreografie sono qualcosa di più di semplici spettacoli di danza perché nascono nel contesto particolare delle favelas di Rio de Janeiro, dove la Rodrigues ha stabilito la sua attività.
Direttrice e coreografa della compagnia omonima, che ha fondato nel 1990 a Rio de Janeiro, dopo aver fatto parte della formazione di Maguy Marin in Francia nei primi anni ‘80, la Rodrigues è anche ideatrice di un festival di danza contemporanea, Panorama RioArte de Dança, da lei stessa diretto fino al 2005. Ed è in questa veste di instancabile promotrice culturale che Lia Rodrigues incontra il mondo delle favelas. La svolta avviene nel 2003, quando la Rodrigues, che crede fermamente nel binomio arte e progresso sociale, intraprende l’esperienza inedita di affiancare la sua compagnia di professionisti ad istituzioni attive nel sociale, prima il Centro de Estudos e Ações Solidárias da Maré (CEASM) e poi con l’Associazione REDES. E’ con la comunità di quest’area immensa, un quartiere a Nord di Rio composto da 16 favelas in cui vivono 132.000 persone, che la Rodrigues avvia un lavoro socio pedagogico che fa della danza uno strumento di affrancamento da una situazione di disagio sociale. Nel 2007 Lia Rodrigues e la sua compagnia si stabiliscono definitivamente in una delle favelas del Marè, Nova Holanda, così denominata perché si trova sotto il livello del mare. Qui istituiscono un nuovo spazio dedicato alla danza e alle arti aperto a tutta la comunità, facendone un luogo di diffusione della danza contemporanea attraverso la presentazione del proprio repertorio e di quello di altre compagnie, la creazione di nuovi lavori, corsi e atelier per i giovani abitanti della favela condotti da artisti ospiti oltre che dai membri della compagnia stessa. Un’attività totalmente gratuita, che attira un pubblico ampio e diversificato. E’ in questo spazio, il Centro de Artes da Maré che creazione artistica, produzione, formazione e azione pedagogica si fondono in un unico progetto. Ed è qui che nascono gli spettacoli della Rodrigues, come la sua ultima creazione, Pororoca.
Presentata al Centre National de Danse Contemporaine d’Angers nel novembre 2009, Pororoca ha girato tutta l’Europa e giunge ora in Italia per la Biennale Danza: Festival d’Automne di Parigi, Kunstenfestivaldesarts di Bruxelles, Théâtre Jean Vilar di Vitry, la Ferme du Buisson di Marne-la-Vallée, Tanzfabrik di Postdam, Festival di Salamanca, Culturgest di Lisbona, Museo Serralves di Porto, Hellerau di Dresda, Tanzquartier di Vienna.
Il titolo Pororoca riprende il termine “poroc-poroc”, che nella lingua dei Tupi, uno dei gruppi aborigeni principali del Brasile, significa “ruggito, boato”. Si tratta di un fenomeno naturale prodotto dal confluire delle acque del fiume in quelle dell’oceano, quando il rimescolamento tumultuoso fra opposte correnti crea un impatto violento. In Italia si chiama “mascheretto”. In Brasile questo fenomeno si verifica alla foce del Rio delle Amazzoni con l’Oceano Atlantico. La violenza di quest’urto fragoroso arriva a sradicare gli alberi e a modificare il letto del fiume, eppure è un processo fragile, frutto di un equilibrio delicato. Allo stesso modo Pororoca provoca un incontro tra correnti contrarie che genera onde che si accavallano e si rimescolano fra loro. “E’ una metafora, suggerisce la Rodrigues, del nostro lavoro al Maré”. E spiega: “Ai giorni nostri, quando in tutto il mondo i muri costruiti si moltiplicano, quando i territori sono risolutamente difesi, e i confini sono imposti e fermamente presidiati, noi proponiamo di muoverci nella direzione opposta. Proponiamo di scoprire nuove possibilità di condivisione, di dialogo e di creazione. Quello che è stato messo in moto con l’incontro tra la mia compagnia, l’Associazione REDES e la gente del Maré sarà sempre vivo e in continua trasformazione, offrendo una miriade di nuove possibilità”.