Un monellaccio toscano sempre giovane e sbarazzino: questo era Paolo Poli, che con il suo spirito ironico e beffardo ha animato per più di mezzo secolo il mondo teatrale italiano.
Ci aveva insegnato l'arte del sorriso e dell'ironia, Paolo Poli. Grande attore, commediografo e regista scomparso nel marzo 2016 all'età di 86 anni, figura di eccezionale energia: aveva lavorato sulle scene sino a pochi mesi dalla morte, portando avanti una carriera lunghissima in cui non solo ha intrattenuto e divertito il suo affezionato pubblico, ma lo ha spinto anche a guardare e pensare il mondo in maniera diversa, a vivere la vita con un po' di nonchalance, ad usare un pizzico di irriverenza verso le sacre memorie.
Una figura fondamentale del panorama teatrale – e talvolta anche televisivo - del secolo scorso. Ora è giunto l'annuncio ufficiale che il suo archivio personale, per volontà della sorella Lucia e del nipote Andrea Farri, è stato conferito alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia.
Un Istituto che raccoglie testimonianze preziose
La Fondazione Cini nell'ambito del suo dipartimento dedicato allo spettacolo - l’Istituto per il Teatro e il Melodramma diretto da Maria Ida Biggi – custodisce un fondo ricco di reperti d'ogni genere inerenti il teatro di prosa, l'opera e la danza: manoscritti, partiture, testi, lettere, foto, documenti d'ogni genere. Si tratta di dossier che portano nomi prestigiosi come quelli di Elenora Duse, Arrigo Boito, Aurél M. Milloss, Pierluigi Samaritani.
Ora anche l'archivio personale del poliedrico artista fiorentino andrà ad arricchire tale fondo, affiancandosi in particolare a quelli già presenti di Santuzza Calì e Maurizio Scaparro. Due importanti figure con le quali Paolo Poli ebbe modo di collaborare più volte nel corso della sua carriera.
Copioni, corrispondenza, foto, testimonianze
I materiali contenuti nel Fondo Paolo Poli, in parte riordinati dallo stesso artista, documentano l'intera sua lunghissima carriera, dai primi cimenti giovanili con la Compagnia dell’Alberello, negli anni '50 del secolo passato, sino alle fortunate produzioni dell'ultimo ventennio di attività. Nei faldoni donati alla Fondazione Cini confluiscono copioni autografi ed annotati, oltre ad appunti preparatori per la messa in scena dei suoi spettacoli; e poi la corrispondenza personale, locandine e programmi di sala, la raccolta delle recensioni dei suoi lavori.
Va sottolineata in particolare la presenza di una ricchissima collezione fotografica, che permette di ricostruire con accuratezza la messinscena di tutti i principali titoli del suo variegato repertorio. Scatti messi insieme in tanti anni di lavoro: sono immagini di scena, in massima parte, pur non mancando istantanee “dietro le quinte” e ritratti dello stesso Poli, dei suoi attori e dei collaboratori, che permettono di ricostruire con fedeltà l'ambiente teatrale di cui era protagonista.