Il 6 ottobre la stagione 2015/2016 del Teatro Stabile di Torino inaugura con il debutto, al Teatro Carignano, di Vita di Galileo; con questo allestimento Gabriele Lavia, regista e interprete, affronta per la prima volta Brecht.
Grandioso affresco con ventisei interpreti e tre musicisti dal vivo, Vita di Galileo ripercorre ventotto anni della vita dello scienziato pisano, dall’euforia delle grandi scoperte alla vecchiaia, segnata dalla cecità e dal disincanto. A partire dal 1938, Brecht rielabora per oltre vent’anni il testo, mettendo a fuoco il rapporto controverso tra cultura scientifica e cultura del potere. La prima versione vede la luce durante l’esilio di Brecht in Danimarca, già modellata come una riflessione su argomenti di stringente attualità: Galileo, il fondatore della nuova fisica, è un eroe che abilmente sceglie di sconfessare le proprie scoperte per continuare la ricerca scientifica. Durante l'esilio in California, le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki portano l’autore a modificare il testo: Galileo diventa un antieroe, perché abiurando ha commesso un crimine contro la società e la scienza, ne ha ostacolato l'indipendenza dal potere costituito. Ma il Galileo brechtiano rimane comunque una figura umanamente ricca, moderna perché resta in bilico perenne tra verità e dissimulazione, un contrasto interiore che ricorda quello che lega l'attore al personaggio.
Vita di Galileo arriva nel 1963 al Piccolo di Milano, con la regia di Giorgio Strehler, con Tino Buazzelli nel ruolo di Galileo. Uno spettacolo che cambia la vita di Gabriele Lavia: «Ho preso dentro di me la grande decisione di fare teatro», ricorda Lavia, «quindi di dare un indirizzo alla mia vita, dal quale poi non mi sarei più tolto o potuto togliere, dopo aver visto Vita di Galileo di Strehler. Alla prima a Milano non ero ancora entrato alla ‘Silvio d’Amico’, presi allora la decisione di candidarmi. L’ultima volta che l’ho visto,a Roma, stavo già studiando da attore: con questo spettacolo saldo il conto con la mia vita di teatrante. Per questo lo dedico a Giorgio Strehler».
Le musiche originali sono eseguite dal vivo dai musicisti della Scuola di Musica di Fiesole. Le scene sono di Alessandro Camera, i costumi di Andrea Viotti. Prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana e dal Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale, sarà replicato al Teatro Carignano fino al 25 ottobre e poi dal 28 ottobre al 12 novembre al Teatro della Pergola di Firenze.