Nel cuore della Torino romana e medioevale sorge il seicentesco Palazzo Mazzonis, trasformato in moderna sede museale dopo un sapiente restauro: qui ha aperto i battenti il 5 dicembre scorso il Mao, Museo d'Arte Orientale, dove sono esposte oltre 1.500 opere provenienti da diversi paesi dell'Asia (dal Giappone all'India, dalla Cina al Tibet, alla Turchia), reperti di tale rilevanza che il museo si pone di fianco alle principali istituzioni europee di settore.
Le opere sono suddivise in gallerie “territoriali”, dopo il giardino “giapponese” all'ingresso. A piano terra la sezione “Asia meridionale” ospita le collezioni del Gandhara, dell'India e del sudest asiatico, tra cui i fregi del grande stupa di Butkara (frutto degli scavi condotti negli anni Cinquanta dalla sezione piemontese dell'IsMEO), rilievi e sculture indiani dal II secolo a.C. al XIV secolo d.C. provenienti dal Rajasthan e da altre regioni, opere dell'arte thailandese, birmana e cambogiana con importanti sculture del periodo khmer.
La galleria cinese ospita oggetti dell'arte della Cina antica dal 3.000 a.C. al 900 d.C.: vasellame neolitico, bronzi rituali, lacche e terrecotte, tra cui una curiosa brocca con il coperchio a forma di testa di fenice (mentre dalla Persia arriva una brocca “a testa di gallo”). Nelle sale dedicate al Giappone sono esposte statue lignee di ispirazione buddhista, eccezionali paraventi (tra cui quello che illustra la visita del monarca Gomizunoo ad un funzionario il 3 ottobre 1626 a Kyoto, la prima volta che l'imperatore entrava a casa di un suo suddito), dipinti, xilografie policrome ed oggetti di lacca raffinatissimi. La regione himalayana è rappresentata dall'arte buddhista tibetana: sculture in legno ed in metallo, strumenti rituali, dipinti a tempera dal XII al XVIII secolo e copertine lignee di testi sacri intagliate e dipinte. L'ultimo piano, dedicato ai paesi islamici, presenta vasellame e piastrelle invetriate che illustrano l'evoluzione della produzione ceramica dal IX al XVII secolo, in particolare in Iran, ed inoltre bronzi, manoscritti e velluti ottomani.
Le raccolte consentono interessanti itinerari trasversali, come quello dedicato alle immagini del Buddha che hanno sviluppato forme e peculiarità molto differenti a seconda delle diverse aree geografiche di provenienza.
Tra i capolavori in mostra permanente il busto di Vishnu in arenaria da Angkor (Cambogia), lo straniero in terracotta col volto velato della dinastia Tang, nove piastrelle damascene con decorazioni architettoniche e il guardiano del tempio giapponese in legno di cipresso dipinto.
Torino, Palazzo Mazzonis, via San Domenico n. 11, dal 5 dicembre 2008, aperto da martedì a domenica dalle 10 alle 18 (chiuso lunedì), ingresso euro 7,50, infoline 011.4436927, sito internet www.maotorino.it
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