La pièce di teatro danza della compagnia bolognese Teatro dei Servi Disobbedienti debutta in Sicilia con un tour di tre date a Palermo, Gela e Barcellona Pozzo di Gotto.
Raccontare l'omertà, le convenzioni che si celano dietro l'apparenza, il muro che si erge a sostegno del "buon nome della famiglia". Liberamente tratto dalla canzone di Carmen Consoli Mio Zio, la piéce di teatro danza Marì è il racconto tragico, straziante, dal retrogusto ferroso come un pezzo di carne al sangue che il Teatro dei Servi Disobbedienti di Bologna porterà in scena in Sicilia nel mese di gennaio il 10 al Teatro Mediterraneo Occupato di Palermo, il 13 al Teatro Comunale Eschilo di Gela (CL) e il 15 alla Rassegna Scena Nuda, Ipab Bonomo di Barcellona Pozzo di Gotto (ME).
L'oppressione della comunità sull'individuo, la violenza sociale che si riflette sulla vita di ognuno e arriva a sfociare in violenza individuale, subìta e inferta, fino allo stupro, all'omicidio. Marì prende spunto dalla tragica vita di una bambina molestata dalla zio fin dall'infanzia con il beneplacido della madre, intrisa di convenzioni omertose che tutelano il buon nome della famiglia ma non il frutto del proprio seno.
Una piéce diretta come un pugno nello stomaco, così forte da togliere il fiato. Un lavoro teatrale di denuncia verso "le apparenze" ancor oggi così attuali. Un racconto che vuole scardinare la farsa dei buoni costumi, consuetudini secolari che, ancor oggi, si adattano al mondo globale e sociale che ne amplifica la forma e i modi.
La compagnia Teatro dei Servi Disobbedienti (TSD) nasce a Bologna nel 2013. Fondata dalla regista e scenografa siciliana Federica Amatuccio e dal compositore e autore Andrea Gianessi, vede la partecipazione di artisti provenienti da tutto il territorio nazionale, professionisti nelle discipline della danza contemporanea, del teatro e della musica. La giovane compagnia ha già all'attivo tre produzioni: lo spettacolo musicale "Gocce di Splendore", la pièce di teatro danza "Fimmina Morta", e la commedia macabra "Mille modi per crepare in montagna".