Teatro

Marisa Albanese a Napoli: oltre lo spazio ordinato, attraversando il quotidiano

Marisa Albanese a Napoli: oltre lo spazio ordinato, attraversando il quotidiano

Decantato tra le meraviglie del mondo e simbolo edenico – paradeisos era la traduzione greca del vocabolo persiano pairadaëza, che indicava i giardini privati dei monarchi persiani – il giardino è il tentativo dell’uomo di organizzare lo spazio della natura. La simmetria delle colture, la disposizione degli alberi, l’ordine labirintico dei camminamenti, si contrappongono alla zona boscosa, alla parte disarmonica che cresce al di là del controllo umano. Fuori dal Giardino, personale di Marisa Albanese a cura dello Studio Trisorio, negli ambienti di Villa Pignatelli, a Napoli, si sviluppa come un’indagine sul percorso complesso, tra le geometrie degli spazi e le forme delle cose, compiuto dal viaggiatore quotidiano. Un’analisi che ha il carattere del rituale perché, nel suo itinerario estetico, l’artista ha sempre tentato di far scaturire l’espressione del trascendente dalla forma.

Così, in un dialogo fatto di contrasti e similitudini con gli arredi nobiliari e il giardino modellato all’inglese della Villa, l’esposizione è scandita da installazioni e fotografie, da ritratti e video che si susseguono in una varietà materica a tratti caotica, tra argenti e porcellane, camelie e sempreverdi, ponendo gli oggetti e tutto ciò che vi è intorno su un piano ibrido di esistenza evanescente. I concetti espliciti ruotano intorno all’immagine del miglior mondo possibile, come narrata nel Candido di Voltaire, all’idea dell’universo regolato come spazio adattabile alle sensazioni dell’uomo, alle rappresentazioni del viaggio del pellegrino, delle migrazioni di popoli e delle guerre di religione, temi particolarmente sentiti dall’artista.

La mostra si apre con Lame, installazione composta dai tre libri sacri delle religioni monoteiste – la Torah, il vasto insieme di insegnamenti dell’Ebraismo, il Vangelo, la vita e le predicazioni di Gesù di Nazareth, il Corano, la lettura dell’Islam – posti in verticale su una colonna bianca e attraversati da grandi lame splendenti. La staticità scultorea dell’installazione rimanda, per converso, al nomadismo verbale ed oggettuale delle religioni, ai grandi movimenti delle “guerre sante”, agli scontri tra le divinità. Le pagine dei libri, alternate alla superficie liscia delle lame, risaltano nel candore, come specchi opachi delle idee. Nella luminosa veranda, si trova l’installazione che dà il nome alla mostra, un’articolazione percorribile e formata da 3.000 giornali impilati, che modifica l’ambiente come un labirinto. L’inchiostro sulle pagine sottili, i colori dei titoli, i frammenti di fotografie, compongono l’architettura di questo idolo del quotidiano, tanto imponente nella sua altezza quanto fallace nella sua materia fibrosa. La struttura dell’esperienza quotidiana, che modella di giudizi e pregiudizi il mondo che percorriamo, si rivela potenzialmente contraffatta, menzognera come la perversione del Quarto potere.

Nel Salotto verde, invece, i ritratti fotografici tridimensionali di Gandhi, Rosa Parks e Malala Yousafzai – I giardinieri – una sorta di guardiani della purezza, compaiono come idoli delle ipotesi ma, presenti nella storia come esempi popolari, spronano all’osservazione propositiva. Il giardino, allora, è un incitamento ad andare oltre lo spazio delle contraddizioni mentali e delle barriere fisiche che articolano il mondo costruito dall’uomo, nascondendo ciò che non si può conoscere dietro la struttura artificiale del caos.

fino al 7 gennaio 2015

Marisa Albanese / Fuori dal giardino

a cura dello Studio Trisorio

VILLA PIGNATELLI – MUSEO DIEGO ARAGONA PIGNATELLI CORTES

Via Riviera di Chiaia 200, Napoli

081 5612356

sspsae-na.pignatelli@beniculturali.it

info@studiotrisorio.com