La Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste ha presentato venerdì 15 febbraio (repliche il 7 marzo e il 23 e 28 aprile) alla Sala Tripcovich il melologo Medea di JiÅ™í Antonín Benda, uno dei primi del genere nella storia della musica, forma ideale per introdursi al teatro dell’ottocento, opportunità nuova e rara, soprattutto per il pubblico scolastico, per comprendere la funzione e l’importanza della musica in una rappresentazione teatrale. Il melologo è un genere musicale nato nel XVIII secolo che unisce la musica con il parlato, un monologo nel quale i passaggi che hanno maggiore accento emotivo vengono sottolineati da un accompagnamento musicale.
JiÅ™í Antonín Benda (1722 – 1795) è stato un compositore e maestro di cappella ceco. Nel 1742, all'età di 20 anni, Federico II di Prussia gli attribuì la posizione di secondo violino della cappella reale di Berlino. Lo stesso anno, Benda fu chiamato a Potsdam come compositore ed arrangiatore da suo fratello maggiore František, anch'egli compositore e violista. Otto anni dopo, nel 1750 entrò a servizio del Duca di Gotha, come maestro di cappella, specializzandosi così in musica sacra. Grazie al salario ottenuto da quest'incarico, poté compiere un importante viaggio di studio in Italia. Benda ebbe i suoi maggiori successi appunto nella composizione di melologhi che influenzarono profondamente il giovane Mozart.
Medea è un’opera raffinata e intensa, il capolavoro di Benda; tratta dal dramma omonimo di Euripide, venne rappresentata per la prima volta a Lipsia del 1775. Questo triestino è un raro ascolto, anche perché i melologhi di Benda sono passati – purtroppo - nell’oblio storico, qui proposto nell’esecuzione dell’orchestra e del coro del Teatro Verdi con la direzione di Diego Dini Ciacci. Protagonista l’attrice Clara Galante che interpreta Medea, una donna passionale che, tradita e abbandonata, è lacerata dal dolore e dal desiderio di vendetta. Lo spettacolo è affidato alla regia di Alessio Pizzech, l’allestimento è curato da Pier Paolo Bisleri, che ha ideato le scene e i costumi.
Il melologo sarà preceduto dalle Riflessioni su Medea di Jiri Antonín Benda del compositore Marco Taralli a cui la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi ha commissionato la stesura in prima esecuzione assoluta. Taralli è un compositore contemporaneo noto al pubblico per avere composto diversi lavori musicali tra cui l’opera Nur per il Festival della Valle d’Itria dello scorso anno. La riflessione musicale di Marco Taralli si fonde direttamente con il corpo musicale della Medea di Benda, e dà voce al protagonista escluso da Benda: il coro, un coro greco che ci fa entrare nel dramma, osserva l’azione e ne commenta l’epilogo esprimendosi con il suono originale della lingua antica, ricercando nelle metriche e nelle "quantità" antiche un suono archetipale, una sorta di mantra che evochi qualcosa che va al di là del significato della parola e meglio descriva l'immenso l'orrore che la tragedia vuole rappresentare. La riflessione di Marco Taralli si pone, nell’ambito dello spettacolo, come un commento dell'uomo di oggi che si interseca nella narrazione di ieri per interloquire con l'uditore del presente.
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