Teatro

Milano 'invasa' dal teatro multidisciplinare con il festival INCANTI DISINCANTI

Milano 'invasa' dal teatro multidisciplinare con il festival INCANTI DISINCANTI

Dal 23 giugno al 6 luglio, a Milano, si svolgerà “Incanti e Disincanti”, III edizione del festival biennale La Fabbrica dell’Uomo. Teatro, musica, arti visive ed eventi collaterali animeranno diversi luoghi della città, dal Padiglione d’Arte Contemporanea alla Palazzina Liberty, dal Cortile di Villa Reale, ai Giardini di Porta Venezia. La Fabbrica non è solo un festival, ma un progetto che, in virtù di un forte intreccio tra le diverse discipline, cerca di assecondare le esigenze di un pubblico sempre più 'contaminato' nelle sue aspettative culturali. E si pone l’obiettivo non solo di coinvolgere emotivamente lo spettatore, ma anche quello di suscitare domande, offrire un’occasione di incontro, di dialogo, di partecipazione. Incanti e Disincanti racconta dell’Italia, sociale e politica, di identità, di migrazioni, di tortura, di utopie, o della loro assenza; racconta della perdita del senso di collettività a favore della frammentazione che ci fa sentire tutti più soli. Disincanto e Distacco “abitano” il nostro presente e generano un senso diffuso di insicurezza, di malessere; gli incanti, i sogni, vengono spesso frustrati, mettendoci di fronte a orizzonti che si sono fatti più modesti, a modelli di vita in cui trionfa spesso l’individualismo, che non premia il coraggio e nemmeno le idee, e che spinge i giovani a guardare, più che al futuro, a una specie di eterno presente, a una contemporaneità senza storia. Questo ritratto dell’Italia, il festival lo affida a cinque differenti forme artistiche: Teatro d’autore: con UTOPIE MIGRANTI, performance dal vivo con 40 attori su pagine scelte dei più grandi utopisti; con ROMOLUS/CORRECT POLITICALLY SHOW, frutto di una committenza a sette autori, tra italiani e rumeni, sulle ultime vicende che hanno segnato i rapporti tra italiani, rumeni e rom; con VERBA VOLANT / PROFEZIE CIVILI DI UN ANTICONFORMISTA di Parise, che pone l’accento sulla povertà, sulla borghesia, sullo scempio fatto all’ambiente; con LA DONNA DI UN TEMPO di Roland Schimmelpfennig. Teatro di strada,permette di sottolineare in modo più evidente lo spirito di “partecipazione collettiva” che il festival vuole proporre. Con gli AFRO JUNGLE JEEGS, i KAMCHÀTKA e TEATRO NECESSARIO la strada verrà trasformata in spazio da vivere e non solo da attraversare, per ridefinire il concetto stesso di strada e riprogettarlo a Milano. Teatro danza: racconterà la logica della tortura che ancora in tanta del mondo si pratica, con MODELLI TAGLIATI IN CARNE PER L’ESECUZIONE DI UN SOGGETTO, il cui debutto è previsto il 26 giugno in occasione della Giornata internazionale per le vittime di tortura. Installazioni e video installazioni: INNOTECA, installazione sonora; installazione/domesticazione n°1 VIETATO L’ACCESSO; installazione/domesticazione n° 2 INGRESSO LIBERO. Video installazioni IL MURO DI BABELE. Musica con la canzone d’autore. Ci saranno quattro APERITIVI CON LA CANZONE D’AUTORE, una serata CONCERTO DEDICATO A PIERO CIAMPI e altri concerti in alcuni locali della città. Il festival esprime la necessità di “occupare teatralmente” spazi normalmente non adibiti a questa funzione, affinché sia il teatro a muoversi verso il pubblico, a invadere la città. Le rappresentazioni, infatti, cercheranno una propria identità spogliandosi di ogni effetto scenico, in un “ascetismo” che concentra l'attenzione dello spettatore sull'attore, sulla parola, sul gesto, riducendo o addirittura eliminando la “quarta parete”.