“Modigliani muore trentaseienne il 24 gennaio del 1920 ed è subito leggenda”. Così l'incipit del saggio di Gabriella Belli, “Modigliani, scultore ritrovato” nel saggio introduttivo del catalogo che accompagna la mostra di Rovereto, la prima dopo lo scandalo delle statue false ritrovate a Livorno nel 1984.
Per quanto sembri paradossale, le sculture del livornese sono molto note ma quasi mai esposte al pubblico nei musei, anche perchè, nell'analisi della sua opera, la scultura è stata messa in secondo piano rispetto alla pittura. La mostra lascia vedere una storia diversa ed affascinante: Modigliani, interprete originale delle istanze di rinnovamento del proprio tempo, ha affrontato la pietra con una ispirazione, una passione e una volontà di purificarsi che queste hanno avuto un ruolo fondamentale nella genesi delle tele. L'esposizione quindi, pur rimanendo comprensibile ed affascinante per ogni visitatore, apre nuovi ed inattesi orizzonti per gli studiosi e gli appassionati. L'esposizione riunisce per la prima volta oltre un terzo delle sculture dell'artista: confrontando le celebri Teste (e ponendole in relazione con gli artisti del passato e contemporanei che lo hanno influenzato) si comprende bene un momento cruciale delle arti, la connessione con l'arte africana e orientale, il link tra arte antica e rinascimentale e arte tribale che quelle Teste rappresentano.
Il catalogo delle sculture di Modigliani conta ad oggi solo 26 sculture (24 Teste e 2 Cariatidi), 15 sparpagliate nei musei del mondo e le altre in inaccessibili raccolte private. Dopo lo scandalo del Fosso reale di Livorno, la materia non è mai più stata toccata da studiosi ed espositori. Ma ciò non ha spaventato la tenace Gabriella Belli, la quale, insieme a Flavio Fergonzi e Alessandro Del Puppo, ha lavorato quattro anni per questo encomiabile risultato. Essi hanno scandagliato a fondo i due anni (1911/1913) in cui si concentra la breve stagione di scultore. Ed il risultato è una mostra, come si diceva, bella, comprensibile, di alto valore scientifico, che consente di agganciarsi anche ai modelli che le hanno generate, suggestionando l'autore.
Il percorso presenta un terzo dell'intera produzione dell'artista, opere di grande bellezza formale; si consente di fare rapidi ed efficaci collegamenti con opere contemporanee e precedenti, anche di diverse aree geografiche, che hanno fornito spunti e suggestioni al livornese. Il tutto con un ottimo allestimento. E la possibilità, contemporaneamente, di visitare le collezioni del MART, uno dei musei più interessanti del mondo nell'edificio-opera d'arte di Mario Botta. A tale proposito vi segnaliamo che la mostra “Mario Botta. Architetture 1960-2010”, dopo il MART, sarà aperta al Centre Dürrenmatt di Neuchâtel dall'1 aprile all'1 agosto 2011 (nel bookshop di Rovereto è acquistabile l'imperdibile, poderoso catalogo).
Nel catalogo, Flavio Fergonzi chiarisce le questioni preliminari, partendo dalle informazioni note e basandosi sui disegni preparatori sia delle Teste che delle Cariatidi (ricchissimo l'apparato iconografico); Alessandro Del Puppo ricollega il primitivismo mondano all'orientalismo navigando fra le fonti ispiratrici; Kenneth Wayne completa il discorso con l'influenza dell'antico sulla scultura moderna. Completano il quadro, anche sulla coeva scultura francese, i saggi di Roberta Bartoli e Eike D. Schmidt, Ilaria Cicali, Brigitte Léal ed Anna Ceroni.
Quindi le sculture di Modigliani sono poste a confronto con tutto ciò che può avere influenzato l'autore, in pagine di straordinario interesse. Completano le schede e gli apparati bio-bibliografici.
Tra le tante iniziative collaterali, mi piace segnalare “Non perdere la testa”, i laboratori per i giovanissimi: al MART sono geniali anche nella comunicazione.
Rovereto, MART, fino al 27 marzo 2011, aperto da lunedì a domenica dalle 10 alle 18 (venerdì chisura alle 21), ingresso euro 10,00, catalogo Silvana Editoriale, infoline 800.397760, sito internet www.mart.trento.it