Teatro

MONTEVIDEO, IL LAGO DEI CIGNI

MONTEVIDEO, IL LAGO DEI CIGNI

Prima di entrare nel vivo di questa mise en scène del Lago dei cigni, uno dei balletti classici di cui forse si è più scritto al mondo, merita un’ampia parentesi la presentazione del BNS acronimo che indica il Ballet Nacional del Sodre.
Siamo a Montevideo la capitale più a sud del continente americano e scopriamo con sorpresa, come la tradizione della danza classica stia vivendo qui una nuova fioritura. Sì, perché per quanto si possa pensare lontanissima, la cultura europea permane più che mai in questa terra affacciata sul mitico Rio de la Plata.
La compagnia vanta una lunga storia, la sua fondazione risale infatti all’anno 1935 ed è nata con l’intento di sviluppare l’interesse e la passione del balletto in Uruguay. Non era del tutto scontato che una compagnia di danza classica potesse sorgere in un paese così piccolo e lo era ancora meno il successo e l’esito che ancora oggi vi riscuote.
Varie furono infatti nei decenni le vicissitudini che l’istituzione ha dovuto affrontare, soprattutto a causa di forti crisi economiche e di una lunga e aspra dittatura. Ma il corpo di ballo è riuscito a sopravvivere e a tenere duro pur trovandosi, per alcuni anni, addirittura senza un teatro.
Dal 2010 fortunatamente si è installato nel nuovissimo Sodre - Auditorio Nacional Adela Reta del Governo Uruguaiano sotto la direzione artistica del Maestro Julio Bocca, già ballerino argentino di fama internazionale.
La sua nuova direzione ha riportato la compagnia, come nel suo lontano passato, ad aprirsi oltre che alla regione, al mondo artistico internazionale sia nei suoi componenti sia nella scelta di maestri, coreografi e ballerini invitati. Filosofia vincente che ha contribuito a che realmente l’arte del balletto classico sia diventata oggi parte della vita stessa dei montevideani. I numeri sono il risultato più che tangibile del successo di ogni produzione dell’Auditorio che raggiunge sempre il tutto esaurito (20.000 i biglietti venduti per questo spettacolo, quasi un record se si considera che l’Uruguay conta appena tre milioni e mezzo di abitanti).
Il lago dei cigni è sicuramente uno dei balletti più amati e rappresentati e non è difficile capirne le ragioni. Una storia semplice, ma che cattura proprio perché rappresenta quell’ideale romantico irraggiungibile di cui è intrisa soprattutto la nostra cultura occidentale. Pura grazia fatta balletto, che il grande compositore russo Tchaïkovskij consegna alla storia della danza.
Il Sodre non corre rischi e opta per un allestimento classico, ma la scelta di invitare il coreografo argentino Raúl Candal ha sicuramente contribuito a dare un tocco di personalità, originalità  e soprattutto vitalità alla tradizione. Riconosciuto come una delle figure più qualificate del balletto argentino, Candal si avvicina alla danza dopo una brillante carriera di ginnasta e questa sua formazione salta subito all’occhio, soprattutto nei balzi e nelle figure rocambolesche, quasi circensi, eseguite con maestria dal buffone di corte, il ballerino del BNS Ignacio Macri. Persino Sigfrido, impersonato dal bravissimo Francisco Carámbula, risulta impegnato in un passo fluente ma quasi meccanico, tanto ricorrente da diventare un leitmotiv e che lo rende un personaggio perfettamente credibile e coerente nella sua temibilità.
Eseguite poi con sincronismo maniacale, che dà loro un tocco molto gradevole, sono le tre danze etniche del gran ballo, mentre i movimenti dei cigni sono totalmente armonici nelle figure e nei complicati intrecci magistralmente creati da Candal.
La dinamicità non fa che aumentare l’emozione di un pubblico tanto entusiasta e appassionato, per niente nuovo a questo genere di spettacolo e sicuramente esigente. Ed è un’ovazione quella che giustamente premia un lavoro così tanto “sudato”.
visto a Montevideo, Uruguay, auditorio nacional Adela Reta