Teatro

Moses Levy in mostra a Viareggio

Moses Levy  in mostra a Viareggio

La Fondazione Matteucci per l'Arte Moderna, in collaborazione con la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron, presenta negli spazi espositivi di Viareggio, dal 5 luglio al 19 ottobre 2014, la mostra MOSES LEVY. LUCE MARINA. Una vicenda dell’arte italiana 1915-1935. Progetto di Giuliano Matteucci, a cura di Susanna Ragionieri, contributi di Marcello Ciccuto e Isabella Tobino, con uno scritto di Giovanni Mariotti, il catalogo è corredato da schede critiche di Claudia Fulgheri.

Moses Levy (Tunisi, 3 febbraio 1885 – Viareggio, 2 aprile 1968) è stato un pittore italiano.Nato da padre inglese e madre italiana, studia in una scuola italiana a Tunisi ma, per ragioni di salute della madre, si trasferisce in Italia con la famiglia mantenendo uno stretto legame con Viareggio dove trascorrerà frequenti soggiorni.
Nel 1900 si iscrive all'Istituto di Belle Arti di Lucca e trova come compagno di studi Lorenzo Viani. Levy e Viani frequentano assieme a Firenze anche i corsi della Scuola di Nudo dell'Accademia di Belle Arti tenuti dal pittore Giovanni Fattori; nel 1907 Moses Levy viene invitato alla Biennale di Venezia dove espone alcune incisioni. Il giovane artista si forma nel clima fortemente creativo di una Versilia nella quale spiccano personalità di grande rilievo come Lorenzo Viani, Enrico Pea, Giacomo Puccini e Mario Tobino. Ed è in quel lembo di terra già conosciuto da Rainer Maria Rilke come luogo ideale di meditazione ed ispirazione, che egli si afferma come raffinato interprete di una “poetica dell’intimismo” e della “vita vissuta”, per riprendere due felici definizioni di Carlo Ludovico Ragghianti.

Mentre s’intensificano i contatti con alcune delle personalità più ricettive dell’ambiente toscano (Plinio Nomellini, Felice Carena, Alfredo Müller, Elisabetta Chaplin ) Levy partecipa alle rassegne della Secessione Romana del 1913-‘14 e la sua presenza a Viareggio diviene sempre più assidua. Qui è tra i sostenitori, con Carrà, De Chirico, Primo Conti, Depero e l’inseparabile Viani, delle prime esposizioni di “Arte d’Avanguardia” organizzate in estate all’interno del Casinò. Proprio in occasione di tali manifestazioni e di altre allestite nelle sale del Kursaal, presenta le radiose marine, caratterizzate da quell’inconfondibile luce e atmosfera d’iridescente fulgore destinata a segnarne la grande fortuna.
A causa delle leggi razziali fasciste Moses Levy deve lasciare l'Italia, si trasferisce a Nizza e ritorna successivamente a Tunisi. Alla fine della seconda guerra mondiale si trasferisce prima a Parigi e poi a Firenze; dal 1961 torna definitivamente a Viareggio che gli consegnerà una medaglia d'oro.

Un’eccezionale quanto ragionata selezione di opere degli anni 1915-‘35 punta a rievocare la Viareggio cosmopolita, magica e gaia di quel ventennio, eletta a luogo d’ispirazione, di passatempi e svaghi dall’élite culturale. Ed è in questo scenario, dove tutto è armonia, bellezza e “joie de vivre”, definito da D’Annunzio “il più bello dell’universo”, che la fervida fantasia di Moses Levy si alimenta, facendo rivivere sulla tela le sfumature del mare, il bianco degli ombrelloni e i costumi variopinti delle bagnanti.

Dall’intimo dialogo con Viareggio, città prediletta che più di ogni altra ne ha influenzato la sensibilità visiva, la Fondazione Matteucci ha maturato l’idea della mostra dedicata a quella lunga e felice stagione, durante la quale nessun altro meglio di Moses Levy è riuscito a tradurre l’immagine scintillante e ruggente di una società vacanziera e mondana, al passo con i tempi.
Sono gli anni che vanno dal primo conflitto mondiale alla grande depressione, ma ad un quadro tanto drammatico la sua vena creativa reagisce decisamente in controtendenza con opere fondamentali, destinate a definirla fisionomia europea.

La mostra è costituita  da un'oculata selezione di circa quaranta dipinti filologicamente affini sia per cronologia, sia per tratto interpretativo. L’obiettivo è collegarli in un intimo dialogo teso ad evidenziare l’eccentrico e ricercato linguaggio formale, prima di quella svolta cruciale che, dalla limpida poetica tra le due guerre, si apre all’inquieto sentimento visivo della metà del Novecento.
Nelle sedi di Viareggio (Centro  Matteucci per l'Arte Moderna 5 luglio-19 ottobre 2014) e Firenze (  Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron 30 ottobre-1 febbraio 2015) potranno essere ammirate alcune tra le opere più celebri: Donna in blu (1917), L’ombrellone bianco (1919), Spiaggia (1918), Madre e figlia sulla spiaggia (1919), Anna e l’amica (1920), Spiaggia e figure a Viareggio (1921), Il Bagno Cirillo (1933), Ritratto di Enrico Pea (1935), Ritratto di Leonida Repaci (1935), nonché testimonianze inedite di collezioni internazionali oltre a numerose altre opere concesse dagli eredi.

 

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