A San Severo e a Foggia lo storico Antonio Gibelli nella conversazione "La Guerra grande. Storie di gente comune" e l'Histoire du soldat di Igor Stravinsky diretta da Marco Angius per la regia di Giampiero Mancini.
Musica Civica celebra la memoria dei soldati italiani caduti un secolo fa nel primo conflitto mondiale. Sabato 21 marzo (ore 19) al Teatro "Giuseppe Verdi" di San Severo e domenica 22 marzo (ore 18) al Teatro del Fuoco di Foggia, la kermesse culturale e musicale porterà sui palchi dei due prestigiosi teatri di Capitanata lo storico Antonio Gibelli e l'attore Giampiero Mancini.
Era il maggio del 1915 quando l’Italia, dichiarando guerra all’Austria, entrava nel primo conflitto mondiale. Una guerra cui hanno partecipato circa 6 milionidi italiani e che è costata al nostro Paese 750.000 morti tra caduti in guerra e civili. A cento anni esatti da questo evento che ha seguato profondamente la storia sociale, politica, economica e culturale dell’Italia, Musica Civica, incollaborazione con la Fondazione Banca del Monte di Foggia, mette in scena lo spettacolo “Il Piave mormorava”.
La conversazione di Gibelli “La Guerra grande. Storie di gente comune” prende il titolo da una delle ultime pubblicazioni dello storico, lavoro che ricostruisce il primo conflitto mondiale attraverso le storie di persone comuni che ne furono coinvolte e travolte. Per far riemergere la trama vissuta e sofferta della guerra, lo storico si affida alle scritture inedite e fragili prodotte dai protagonisti nel fondo di una trincea o nella baracca di un campo di guerra o nella corsia di un ospedale. Le lettere inviate a casa dal fronte e dalla prigionia, i taccuini, i diari, le memorie scritte a distanza di tempo, gli album con le dediche dei malati alle infermiere danno un volto, un nome e un cognome, una storia alle speranze e alla disperazione di chi uscì vivo dal conflitto e di chi ne fu inghiottito.
Il concerto che segue è strettamente connesso alla conversazione, proponendo il capolavoro di Stravinsky su libretto di Ramuz, l’Histoire du soldat, uno dei pezzi più rappresentativi del Novecento musicale e brano fortemente influenzato dagli eventi bellici, sia per la tematica di cui tratta, sia per la condizione personale di Stravinsky, che in quegli anni viveva un momento di povertà e di distacco dalla Russia proprio a causa del conflitto mondiale e della rivoluzione russa del 1917.
L’allestimento, che vedrà in scena l’Ensemble Musica Civica diretto da Marco Angius, specializzato nella musica del Novecento e docente di direzione d’orchestra al Conservatorio di Foggia, godrà della regia del grande attore italiano Giampiero Mancini, personalità eclettica, nota al grande pubblico per i tanti lavori televisivi e cinematografici (Ris 4, Distretto di Polizia 7 e 8, I Delitti del Cuoco, La Squadra 8, 7 Vite, Caccia al Re, Rex 5, Don Matteo 8, Il grande Caruso, Come un delfino 2, ecc.).
In scena, accanto allo stesso Mancini, che ha curato anche traduzione e adattamento del testo e che reciterà come protagonista, l’attore Antonio D’Emilio e la coreografa e ballerina Silvia Carota.
«Tutto concorrerà – commenta Gianna Fratta, direttrice artistica della rassegna – a offrire un’interpretazione fedele del capolavoro di Ramuz che gode di una musica estremamente moderna, complessa ed innovativa: Stravinsky usa i ritmi del ragtime, del tango argentino, dei valzer viennesi e un corale di Bach. Tutti questi materiali musicali sono trasfigurati da un utilizzo dei timbri dei sette strumenti molto nuovo, da un linguaggio estremamente complesso e frammentario, frutto eccellente e specchio implacabile di un periodo storico di disgregazione, povertà e guerra».