Teatro

Nanuk l'Eschimese rivive all’Oberdan

Nanuk l'Eschimese rivive all’Oberdan

Suoni & Visioni ha colpito ancora! Martedì 5 maggio ha presentato, in una sala dello Spazio Oberdan di Milano stracolma di persone emozionate, Nanuk l’eschimese, un film muto del 1922 considerato il capostipite del cinema documentario etnografico. E’ stato accompagnato da una colonna sonora creata sul palco dal collettivo svizzero q3, composto dai fratelli Simon e Brian Quinn che hanno suonato diversi strumenti fra cui percussioni, tastiere e sintetizzatori. Per l’occasione erano accompagnati da una guest star, il chitarrista jazz statunitense Kurt Rosenwinkel. Il trio ha composto ottanta minuti di musica visionaria, capace di accompagnare, senza mai prevaricare, le immagini della vita di un uomo e della sua famiglia ai confini del Circolo Polare Artico, in tempi in cui per sopravvivere bisognava pescare il pesce con una fiocina artigianale e usare coltelli fatti con l’avorio dei denti di tricheco per costruirsi l’igloo. Il racconto del coraggioso regista dell’epoca, Robert Joseph Flaherty, mette in luce i gesti semplici e i sorrisi di persone abituate a condurre una vita durissima e incredibile, ai nostri occhi di postmoderni tecnologici, ma talmente affascinante da lasciare il senso del rimpianto per un mondo che non conosceremo mai. Incanta la forza dei legami familiari e di uomini, donne, bambini e animali che usavano i prodotti della natura con rispetto e ironia, ingegno e destrezza, gioia e divertimento. Anche le tecniche cinematografiche del documentarista per caso sono un esempio di testardaggine novecentesca. Flaherty aveva viaggiato per anni girando tantissime scene su pellicola ma, dopo il montaggio, perse tutto in un incendio. Non volle però rinunciare ed è tornato per altri anni al Polo Nord allo scopo di riprendere il tema che lo aveva tanto appassionato e diventando vero amico della famiglia di Nanuk. Flaherty fu il primo assertore del ‘cinema-verità’ incentrato sul rapporto fra uomo e natura. A tutti gli spettatori resta nel cuore, alla fine della proiezione, il senso di smarrimento per aver visto qualcosa di vero che non esiste più, qualcosa di commovente, meraviglioso, toccante. Bellissimo esempio di spettacolo multimediale, fra immagini archeo e suoni moderni, la serata si è conclusa con applausi fragorosi. Al termine, Marco Piccardi ed Enzo Gentile, direttori del Festival Suoni & visioni, hanno comunicato che, in via del tutto eccezionale, ci sarà una seconda serata dedicata a Jimi Hendrix, vista la folla rimasta fuori dall’Oberdan il 27 aprile. Il nuovo appuntamento è previsto per lunedì 22 giugno, alle ore 21.