Teatro

Nome di battaglia Lia: medaglia d'oro!

Nome di battaglia Lia: medaglia d'oro!

Da anni Renato Sarti, fondatore del Teatro della Cooperativa a Milano, propone uno spettacolo che ricorda in modo vivido e coinvolgente Lia, nome di battaglia della partigiana Gina Galeotti Bianchi, una delle figure più importanti dei Gruppi di Difesa della Donna, barbaramente uccisa, incinta di 8 mesi, dai nazisti in fuga un giorno prima della Liberazione della città di Milano. Ogni anno, con costanza, Renato Sarti e tanti che con lui condividono i sentimenti di una storia ancora densa di significati, hanno messo in scena questa storia grazie a un cast composto ora da Marta Marangoni, Rossana Mola e lo stesso Renato Sarti. Le musiche originali sono di Carlo Boccadoro, il video di BUZZ 2001. Ora, per questo spettacolo la Presidenza della Repubblica conferirà una medaglia d’oro al Teatro della Cooperativa a Roma, presso la Camera dei Deputati, martedì 20 aprile alle ore 15; nella Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio il 20 aprile avverrà poi la rappresentazione di NOME DI BATTAGLIA LIA. Il Teatro della Cooperativa nasce nel 2001 nel quartiere della periferia milanese di Niguarda. Il suo salone era già dedicato a Gina Galeotti Bianchi e il primo spettacolo prodotto, dopo un lungo lavoro di ricerca e di raccolta di testimonianze, è stato dedicato proprio a Lia. Nel 2006, sulla spinta di una raccolta di firme lanciata dallo stesso teatro, il Comune di Milano, con più di sessanta anni di ritardo, ha intitolato a Gina Bianchi un piccolo giardinetto situato a poche centinaia di metri da dove Lia venne trucidata, colmando così, anche se solo in parte, un imbarazzante vuoto.
 La medaglia che la Presidenza della Repubblica attribuirà al Teatro della Cooperativa per questo spettacolo in ricorrenza del 65° anniversario della morte di Gina Bianchi Galeotti e la replica che il 20 aprile si terrà nella prestigiosa Sala della Lupa a Montecitorio sono due importanti riconoscimenti per l’eroica figura femminile, perché avvengono ai più alti livelli istituzionali del nostro paese. All’interno della grande pagina della Resistenza, il quartiere di Niguarda a Milano e le donne dei suoi cortili ebbero un ruolo fondamentale. Niguarda si liberò il 24 aprile 1945, con un giorno di anticipo su Milano. E fu proprio in quel giorno che si consumò uno degli episodi più tragici della Liberazione della città: colpita al ventre da una raffica di mitra di nazisti sulla via della fuga, moriva, incinta di otto mesi, Gina Galeotti Bianchi, nome di battaglia Lia. Era una delle figure più importanti dei Gruppi di Difesa della Donna per l’Assistenza ai Combattenti della Libertà. Questi ultimi vantavano a Milano ben 40.000 aderenti mentre erano oltre 3.000 le attiviste: assistevano i militari abbandonati da un esercito allo sbando, con sforzi economici le famiglie in cui il marito o il padre era nei lager o in carcere. Erano parte integrante dei Gruppi Volontari della Libertà e del comitato cittadino del C.L.N; compivano manifestazioni e comizi improvvisati nei mercati rionali o in altre zone della città. Inoltre, fornivano staffette in operazioni delicate e partecipavano direttamente ad azioni militari; stampavano Noi Donne, un foglio clandestino precursore del movimento femminista. Inoltre, sulle spalle delle donne ricadeva gran parte del peso della realtà quotidiana, fatta di bambini e anziani da accudire nel freddo, nella fame e nelle malattie. Un ritratto tragico e insieme vivace della Niguarda resistente, dedicato alle donne e al loro coraggio. Il testo è basato su testimonianze dirette del nostro recente passato che, attraverso la riscrittura drammaturgica, si fa tragedia, dolore antico, arcaico. Emblematiche le ultime parole di Lia prima di morire: “Quando nascerà il bambino non ci sarà più il fascismo”.