Teatro

Nora alla prova con Mariangela Melato debutta in Veneto

Nora alla prova con Mariangela Melato debutta in Veneto

Arriva in Veneto al Teatro Toniolo di Mestre la prima regionale di Nora alla prova da Casa di bambola di Henrik Ibsen, lo spettacolo nel quale Mariangela Melato torna a lavorare con il regista Luca Ronconi. l fianco di Mariangela Melato sono in scena Riccardo Bini, Giovanni Crippa, Luciano Roman, Barbara Moselli, Orietta Notari e Irene Villa.

Quando nel 1879 Casa di bambola  fu rappresentato per la prima volta, il dramma suscitò scandalo e polemica ovunque proprio per la sua lettura come esempio di un femminismo estremo; tanto che in Germania Ibsen fu addirittura costretto a trovargli un nuovo finale, perché la protagonista si rifiutava di impersonare una madre da lei ritenuta snaturata. Ma, al di là di ogni contenuto polemico, il dramma resta opera di una grande e complessa modernità, abitata da personaggi capaci di parlare ancora ai nostri contemporanei.
La vicenda ha ampia notorietà. Madre di tre figli piccoli, Nora è sposata da otto anni con l’avvocato Torvald Helmer, che la considera alla stregua di un grazioso e vivace animale domestico. E lei sembra felice in questa sua gabbia famigliare. La scoperta di se stessa da parte di Nora avviene però in modo imprevisto. Ad aprirle gli occhi, è la reazione di Helmer davanti alla ipotesi di un ricatto, che Nora si trova a subire per un prestito contratto alcuni anni prima, falsificando la firma del padre per salvare la vita del marito. L’uomo pensa solo a se stesso e alla propria reputazione sociale. E, anche se alla fine, grazie all’intervento dell’amica Kristine, il ricatto non ci sarà, Nora non può più ormai tornare indietro e va quindi in cerca della sua vera identità, come dice lei stessa ad Helmer, per «scoprire chi ha ragione, io o la società».

Nello spettacolo-evento firmato da Luca Ronconi, sotto il nuovo titolo di Nora alla prova e  che porta sulla scena entrambi i finali scritti da Ibsen, Mariangela è Nora, ma è anche Kristine, l’amica d’infanzia che Nora elegge a sua confidente, trovando nell’insieme di questi due personaggi la completezza di un carattere femminile “moderno”. È la donna che, in tutta la sua articolata complessità, rivendica la propria indipendenza fisica ed etica, ma è anche l’interprete di un universo drammaturgico, quello di Ibsen, i cui interrogativi va a scandagliare in diverse strade.

Dice Luca Ronconi: «La scelta fatta sia sul piano dell’interpretazione, sia su quello della struttura drammaturgica, offre una grande possibilità creativa rispetto al dover per forza rispettare l’obiettivo finale della rappresentazione. In questo caso, la rappresentazione diventa la prova stessa, dalla quale possono meglio emergere le caratteristiche salienti di Casa di bambola. Al centro del teatro di Ibsen non sta il realismo sociale, ma la rappresentazione simbolica della verità. Come in L’anatra selvatica, Ibsen muove anche qui da posizioni che rinviano a Rousseau: l’uomo nasce naturale ed è la società che lo rovina. Per questo, apro lo spettacolo con lo strepito degli uccelli. Nora e Torvald sono rappresentati all’inizio come due persone allegre e gioiose, piene di vita. E’ solo nel procedere dell’azione che l’allegria di Nora si scopre essere imposta dall’esterno; mentre Torvald, all’inizio così seducente e sensuale, si trasforma in modo del tutto innaturale in corrispondenza con la sua scalata sociale. Come c’è un certo rispecchiamento tra il tragitto esistenziale di Nora e quello di Kristine, qualcosa di simile accade anche tra Torvald e Krogstad, che nello spettacolo non è affatto presentato come un imbroglione, ma come un uomo che ha avuto un trauma affettivo molto forte e che trova in Kristine il suo angelo di salvezza».