Il XXXIX Festival della Valle d'Itria si è rivelato ancora più ricco di eventi rispetto alla precedente edizione. Alberto Triola ha saputo conciliare passato e presente e presentare un cartellone vario e con novità che sicuramente avranno un seguito. La presenza di cinque opere è un fatto in sé già importante a cui si aggiungono eventi musicali scanditi in quasi un mese nella Valle d’Itria. Oltre alle opere già recensite abbiamo potuto ascoltare alcuni dei concerti che il Festival quest’anno ha realizzato concentrandosi sul bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi e di Richard Wagner, valorizzando il patrimonio artistico di Martina Franca e della Valle d’Itria.
La serata Wagner ha visto un programma che ha spaziato dal giovane compositore del Rienzi al maturo Die Meistersinger von Nürnberg. Si sono pertanto ascoltate le ouverture di queste due opere e quella del Der fliegende Holländer, oltre al Vorspiel zum I. Aufzug del Lohengrin. Ma il punto forte della serata è stata l’esecuzione del primo atto (in forma di concerto) di Die Walküre. Alla guida dell’Orchestra Internazionale d’Italia il maestro Fabio Luisi ha dato una splendida e quanto mai poetica interpretazione di Wagner. Ausryne Stundyte è stata una grande Sieglinde, Ian Storey un ottimo ed espressivo Siegmund, Gianluca Buratto un sorprendente Hunding. Pubblico numerosissimo e incantato dal maestro Luisi che, al termine, ha ricevuto il Premio Abbiati quale migliore direttore della stagione 2012.
La Messa da Requiem di Giuseppe Verdi ha chiuso il XXXIX Festival. Il capolavoro sacro del maestro di Busseto è stato diretto dal maestro Omer Meir Wellber che però non ha colto nel pieno l’essenza del significato sacro musicale di Verdi, dandone una lettura inizialmente troppo lenta e in seguito troppo veloce e al tempo stesso poco omogenea, poco colorita e decisamente piatta. Tra i solisti si è evidenziato il tenore Giorgio Berrugi, dalla bella voce ampia e dagli acuti solidi; più che discreti il mezzosoprano Michela Nardella e il basso Gianluca Buratto, che però decisamente aveva dato eccellente e migliore prova nella serata Wagner; decisamente non in serata e fuori ruolo il soprano Teresa Romano. Impeccabile il coro del Teatro Petruzzelli di Bari diretto dal maestro Franco Sebastiani. Pubblico numeroso e plaudente.
Per la serie I concerti del sorbetto abbiamo potuto seguire, il 27 luglio nel chiostro di San Domenico, una selezione dall’opera Das Liebesverbot (Il divieto di amare) di Richard Wagner, opera giovanile molto raramente eseguita. In collaborazione con l’Accademia del Belcanto “Rodolfo Celletti”, il maestro Ettore Papadia al pianoforte ha accompagnato i soprani Amy Corkery e Anta Jankovska, il mezzosoprano Margherita Rotondi, il tenore Francesco Castoro e il baritono Joonas Asikainen. Al termine non poteva mancare il sorbetto offerto dal Caffè Tripoli.
Domenica 28 luglio, per la serie dei concerti “all’ora sesta” nella bella ma angusta chiesa superiore della Confraternita dell’Addolorata un concerto con musiche di Pärt, Desprez, Gesualdo da Venosa. Di Arvo Pärt (1935) è stato eseguito Da Pacem Domine, a quattro voci, del fiammingo Josquin Desprez (1450 - 1521), Nymphes des bois, mottetto a cinque voci, di Carlo Gesualdo da Venosa (1566 – 1613) Io pur respiro in così gran dolore, madrigale a cinque voci e Moro, lasso, al mio duolo, madrigale a cinque voci dal Sesto Libro di Madrigali, mirabilmente eseguiti da Amy Corkery e Filomena Diodati, soprani, Candida Guida, alto, Francesco Castoro e Fabio Perillo, tenori, Joonas Asikainen, basso; guidati e diretti da un ottimo Antonio Greco, che si rivela sempre essere una mano certa e sicura in questo repertorio.
Tra le serate musicali notturne va ricordata e menzionata particolarmente Voci oltre confine: quattro controtenori a mezzanotte. Guidati sempre dal maestro Antonio Greco, si sono susseguiti quattro tra i controtenori emergenti nel piano lirico internazionale: Jake Arditti, decisamente la voce migliore della serata, voce promettente e di grande bravura tecnica e melodica, che ha eseguito brani Haendel e Purcell; Alessandro Giangrande, Angelo Giordano e Ilham Nazarov.
Dopo l’ultima esecuzione serale di Giovanna d’Arco, alle 24 c’era l’appuntamento con il concerto notturno presso la stupenda Chiesa di San Francesco di Paola. In un clima sacro sono stati eseguiti due pezzi veramente straordinari: di Alessandro Scarlatti, Salve Regina per soprano, alto, due violini e basso continuo e di Claudio Monteverdi Chiome d’oro, per due voci, due violini e basso continuo, Ohimè dov’è il mio ben, romanesca a due voci e Non è di gentil core, per due soprani dal Settimo Libro de Madrigali. Diretti al clavicembalo dal maestro Antonio Greco, i soprani Amy Corkery e Carolina Lippo con Paolo Palazzo all’ organo, Giuseppe Petrella alla tiorba, Ludovica Rana al violoncello e Margherita Carbone con Silvia Grasso ai violini.
Il Festival della Valle d'Itria non è solo musica; infatti si sono susseguiti eventi culturali di rilevanza, tra cui possiamo ricordare l’incontro con il ministro per i Beni Culturali Massimo Bray domenica 28 luglio che ha auspicato un impegno per il rilancio delle attività culturali musicali nonostante i gravosi tagli imposti dalla crisi economica. Quest’anno poi il premio Bacco dei Borboni, che riconosce il migliore cantante che si è espresso nel corrente Festival, è stato assegnato il 30 luglio a Jessica Pratt per il ruolo svolto in Giovanna d’Arco. Infine il 1° agosto, la consegna del premio giornalistico “Lorenzo D’Arcangelo” a La Musica di Raitre – regia di Francesca Nesler per i servizi realizzati nel corso del Festival dell’anno precedente.
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