Teatro

Oper Opis ed il circo delle nostre esistenze in bilico

Oper Opis ed il circo delle nostre esistenze in bilico

Cosa c’è di più pertinente per rappresentare la precarietà, gli squilibri, e le paradossali incoerenze della vita, di una compagnia di equilibristi? Gli svizzeri Martin Zimmermann e Dimitri De Pierrot colgono questa occasione con Oper Opis, uno spettacolo che, come stesso gli autori definiscono, porta in scena il “circo della vita” attraverso l’ironia ed il sapido movimento scenico di equilibristi-contorsionisti al servizio di un mago-burattinaio e di un deejay (gli stessi Zimmerman e De Perrot) che, grazie anche all’uso di una pedana mobile su cui si muovono gli artisti, compongono e scompongono un’azione scenica in un continuo inventarsi.
Il gesto quotidiano, i rapporti tra le persone, la banalità delle nostre vite sono messi a dura prova, a volte addirittura ridicolizzati, da una frammentazione continua, in cui il suono e lo spazio vengono modificati dai due artisti in maniera carambolica, dando, con ironia e leggerezza, a tutti noi, il senso della vacuità del nostro vivere. Le parole appaiono suono (e ci viene spontaneo, seppur iperbolico, l’accostamento a Lepage ed al suo Lipsynch), a volte addirittura rumore, mentre il rumore può uscire dall’anonimato nocivo del quotidiano, e diventare, nella sua banalità, ritmo. Nulla è definitivo, nulla è come appare, nulla va preso davvero sul serio, questo sembra essere il messaggio del duo svizzero, ed ancora una volta il Napoli Teatro Festival Italia trova il suo lato migliore nelle produzioni internazionali, permettendoci di applaudire spettacoli altrimenti non fruibili nella normale programmazione teatrale, e gli scroscianti applausi del numeroso pubblico che affolla lo spazio appositamente adibito a teatro, negli ex stabilimenti della birreria Peroni a Miano, ci dimostrano che la sensibilità per il vero teatro è ancora viva, che ha ancora un senso spostarsi con macchine o navette in zone periferiche della città, e che, soprattutto, forse il teatro è in crisi per colpa della miopia dell’imprenditoria teatrale che non accetta il nuovo. Oper Opis e Lipsynch quest’anno, così come Interiors lo scorso anno sono l’esempio di un teatro che parla al cuore ed alla mente, sapendo essere anche popolare, al di là del linguaggio e della profondità del significato che vuole esprimere.