Teatro

Paolo Grassi. Il valore civile del Teatro

Paolo Grassi. Il valore civile del Teatro

Il libro si occupa di Poalo Grassi, ma non è una biografia della sua vita. E’ piuttosto un saggio che fonde le cronache, i racconti e le memorie di una grande personalità della cultura italiana del ‘900 con gli eventi storici, politici e teatrali di un intero paese. Ma è anche un interessante sguardo sulla storia e la cultura di Milano nel dopoguerra e, non ultimo, è un compendio di teoria del teatro. Vi si trovano infatti all’interno stralci di corrispondenza di Paolo Grassi ad editori ed autori teatrali, riflessioni sulla missione del teatro nella società civile, cenni di storia italiana tra fascismo e dopoguerra, nomi, date, origini di istituzioni fondanti della cultura italiana. La storia personale di Paolo Grassi è la storia di un grande intellettuale che diventa il primo vero manager della cultura in Italia. Un uomo che amava sconfinatamene il teatro prima di tutto e che ad esso ha dedicato la sua vita. Paolo Grassi ha inventato il teatro pubblico, ha inventato il Piccolo di Milano, ha creato per primo un rapporto tra teatro Stato e popolazione, considerando il teatro un valore civile e uno strumento sociale di sviluppo. Come bene si evidenzia da questo libro senza Paolo Grassi forse non ci sarebbe stato Giorgio Strehler. Poalo Grassi fu il primo vero organizzatore teatrale e attraverso di lui si sviluppò il nuovo teatro italiano nel dopoguerra. L’opera di Carlo Dilonardo risulta preziosa e interessante da leggere per chi vuole approfondire l’origine del sistema culturale pubblico in Italia. Vi si ritrova chiaramente la grande opera di un uomo capace e coraggioso che ha lavorato senza tregua per la crescita culturale del nostro paese e vi si ritrova anche lo stretto legame tra cultura e politica che già alla nascita del primo teatro pubblico in Italia impegnava il panorama artistico e creativo (nel bene e nel male). Di certo Paolo Grassi e il Piccolo di Milano furono schierati da subito politicamente a sinistra e forse era inevitabile che lo fossero, vista la storia recente e i fondamenti su cui nasceva la nuova repubblica. Ciò spiega anche il motivo di tutto una linea di teatri pubblici, allineati su Brecht in cartellone, durata fino ad oggi ed un sistema che per 40 anni non ha certo aiutato il libero mercato o l’impresa di teatro privata. Ma molti frutti buoni dell’opera di questo maestro maturano ancora e la scuola di recitazione milanese che porta il suo nome ne è solo un esempio, così come la celebrità di alcuni capolavori teatrali che l’arte e la bravura di Grassi e Strehler hanno portato in tutto il mondo. Peraltro molte critiche che Grassi mosse al teatro e molti problemi che sollevò già nel 1940 sembrano oggi ancora presenti, come a dimostrare che l’apporto e il sostegno del teatro pubblico non ha risolto una situazione di sofferenza del settore: la mancanza di nuovi autori nazionali, i costi dei biglietti elevati, le sale vuote, gli spettacoli di scarso livello culturale, il carattere elitario del teatro di prosa. Il suo grande progetto di portare il popolo a teatro, con le classi operaie in platea non è esattamente riuscito. Il libro curioso e scorrevole si rivela una fonte di documenti e una piacevole lettura priva di accademismi, seppur estremamente precisa e documentata. L’autore con agile scrittura racconta dagli ambienti dei Guf alla guerra al fronte, dalla Milano bombardata al Festival della città di Martina Franca, dal Teatro alla Scala alla Rai di Roma, da Silvio D’Amico ad Eduardo de Filippo. La presentazione del testo di Franco Punzi e l’introduzione di Giorgio Taffon aiutano il lettore ad addentrarsi nell’amore di Paolo Grassi per il teatro. Precisa e utile anche la bibliografia in coda al testo con la lista degli articoli di Paolo Grassi e la sitografia utilizzata dall’autore. Carlo Dilonardo Paolo Grassi. Il valore civile del Teatro Arduino sacco Editore 2009 Pagg. 151 Euro 15,00