Venerdì 27 gennaio, alle ore 21, presso il Teatro Sociale di Finale Emilia (MO), andrà in scena un insolito Paolo Hendel, nei panni di un improbabile Molière.
Questo eccentrico personaggio accetta l’invito della trasmissione televisiva A sua insaputa, convinto di partecipare a una serata celebrativa e promozionale della sua opera, ma non sa ancora che in quel programma, una specie di Serata d’Onore surreale che ospita illustri personaggi del passato e del futuro, accadranno eventi singolari al limite del paradossale.
In un turbinio comico di equivoci e fraintendimenti, la serata ben presto assume i connotati dell’inquisizione: la sua vita privata, la sua opera, le sue grottesche idiosincrasie, sono analizzate, scandagliate, vivisezionate. L’ingenuo Molière prova a giustificarsi, ma la conduttrice (una strana figura mefistofelica, con bizzarri abiti contemporanei e un’anacronistica parrucca seicentesca) non gli dà tregua. Sadica e soave, chiama in causa una sequela di bizzarri opinionisti e giornalisti con nomi desueti tipo Argante, Orgone, Alceste, Cleante, Tartufo che gli sproloquiano i testi delle sue commedie.
Molière riconosce in loro i suoi personaggi, e tutti gli si rivoltano contro. Lo accusano di aver copiato le sue opere dai comici italiani; di essere diventato uno scrittore di corte sempre pronto a compiacere i gusti del Re; di aver sposato sua figlia e aver concepito con lei dei bambini.
Siamo alle solite: tutti lo vogliono processare e lui è costretto a giustificarsi.
Adesso è la sua stessa vita ad assumere il carico tragicomico dei personaggi che portava in scena.
La conduttrice sostiene che le sue farse sono ormai datate, che non fanno più ridere nessuno, e per dimostrarglielo lo invita a recitare delle scene. Lui raccoglie la sfida. Ed ecco che una grottesca surrealtà prende il sopravvento: gli attori che gli vengono affiancati sono dei nani in confronto a quei giganti di La Grange, Béjart, Du Croisy; e opere come Il borghese gentiluomo, l’Avaro, Il malato immaginario, vengono letteralmente massacrate dalle interpretazioni pretestuose orbitanti attorno a intellettualistiche letture.
È della sua stessa vita che ride adesso la gente, e non più delle sue commedie.
Alla fine Molière si ritroverà solo, un fantoccio minuto di fronte all’enorme schermo di un vecchio televisore con manopola; gli sembrerà di essere uscito da un incubo.
Si volta, gira la manopola e il televisore, finalmente, si spegne.
Info biglietti: 0535.91350