Teatro

Peter Brook in prima nazionale a Fermo

Peter Brook in prima nazionale a Fermo

Il maestro del teatro presenta nelle Marche in prima nazionale il suo "Battlefield" tratto dal "Mahabharata" per riflettere sui conflitti di ogni tempo.

Le Marche si confermano con un territorio prediletto da attori e registi per residenze di allestimento e riallestimento: gli splendidi teatri storici, i piccoli centri perfettamente conservati, le eccellenze enogastronomiche, l'atmosfera familiare e accogliente contribuiscono alla scelta. Ennesima occasione quella che riguarda un artista di fama mondiale come Peter Brook e dunque è un vero e proprio evento quello che attende i marchigiani venerdì 6 e sabato 7 maggio al Teatro dell’Aquila di Fermo con suo genio in Battlefield, spettacolo proposto a Fermo in prima nazionale a conclusione della stagione teatrale.

A distanza di trent’anni dal suo Mahabharata, opera memorabile e monumentale celebre poema epico indiano, uno dei testi fondamentali della religione induista, Peter Brook torna sul palcoscenico con Battlefield e lo fa scegliendo Fermo per il suo attesissimo debutto italiano. Nel 1985 la messinscena di Mahabharata sconvolse il Festival di Avignone, oggi con Battlefield Brook prova a far rivivere una storia di violenza e rimorso che interroga il nostro tempo e riflette i conflitti che straziano il mondo. Non un semplice racconto ma una guerra di sterminio che si consuma tra fazioni della stessa famiglia: una storia universale che insegna ancora, inaspettatamente, ad aprire gli occhi di fronte alle realtà che la vita presenta.

“Il Mahabharata non è un semplice libro – affermano Peter Brook e Marie-Hélène Estienne -, né una grandiosa serie ma un’immensa tela che ricopre tutti gli aspetti dell’esistenza umana. In essa troviamo tutte le domande che popolano le nostre vite in un modo che è insieme contemporaneo e urgente. Dopo molte migliaia di anni il Mahabharata ci mostra ancora e in maniera sempre sorprendente, come aprire i nostri occhi di fronte a ciò che la realtà chiede. La ricchezza di linguaggio di quest’opera epica e senza tempo, le sue storie sempre incredibili, ci permettono di portare sul palcoscenico una situazione che pur appartenendo al passato riflette gli impietosi conflitti dell’oggi”.

Lo spettacolo è in lingua inglese con sopratitoli in italiano.

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