Pintoricchio è “il pittore della serenità”. C'è un dipinto che rende bene l'idea: la Madonna di San Severino Marche, denominata “Madonna della pace” per la lievità e la serenità che emana, pacificata e pacificante. Fu commissionata da Liberato Bartelli, nominato nel 1488 priore della chiesa collegiata di San Severino e non, come erroneamente indicato nella scheda in catalogo, della cattedrale perchè in quegli anni San Severino non era ancora tornata ad essere diocesi (è fatto noto, lo sarà di nuovo a partire dal novembre 1586 per merito del papa di Grottammare Sisto V). In quegli anni Liberato Bartelli era protonotaro apostolico a Santa Maria in Trastevere e Bernardino di Betto lavorava a Roma. Così è verosimile che il pittore abbia chiesto al committente (che si fa raffigurare orante, enorme, in ginocchio al cospetto della Vergine col Bambino, appena rasato, una vena in fronte gonfia per l'emozione) com'era San Severino. E infatti la città è, secondo me, riconoscibile in quella “Gerusalemme celeste” verso cui si avvia il corteo dei Magi: la città alta coronata dalla torre comunale, la città bassa adagiata alla destra del fiume, le mura che circondano in un unico abbraccio la città in piano e il castello, Colleluce sullo sfondo (questa sarebbe la più antica raffigurazione non ideale della città di San Severino).
Le Madonne di Pintoricchio, radunate in un'unica sezione con quelle dei seguaci, meritano un'attenzione particolare nella visita alla mostra, che consente di visualizzare una nuova gerarchia di influenze esercitate da Raffaello Sanzio nella sala dove sono esposti tre capolavori rispettivamente di Perugino, Pintoricchio e Raffaello.
La mostra, in occasione del 550° anniversario della nascita dell'artista, segue quella dedicata a Perugino nel 2004 e prosegue l'opera di valorizzazione dei grandi artisti umbri, per rinnovare l'attenzione sul patrimonio artistico e culturale dell'Umbria e sulla sua diffusione nel territorio. Infatti, oltre all'allestimento di Perugia, l'esposizione, curata da Francesco Federico Mancini e da Vittoria Garibaldi, comprende una sezione a Spello nella collegiata di Santa Maria Maggiore, dove si conserva la cappella Baglioni (detta anche Bella) ed è arricchita da itinerari regionali che consentono di scoprire nei luoghi di origine le testimonianze dell'opera di Pintoricchio. Di lui Vasari disse che era “piccolo e racchio”, ma ciò non gli impedì di diventare un protagonista del Rinascimento per la lievità della sua pittura.
Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria, fino al 29 giugno 2008, aperta tutti i giorni: fino al 30 marzo dalle 9,30 alle 19, dal 31 marzo dalle 9,30 alle 20, ingresso euro 10,00 (euro 12,00 mostra e Galleria Nazionale oppure mostra a Perugia e a Spello; PintoricchioCard euro 17,00); Spello (PG), cappella Baglioni nella chiesa di Santa Maria Maggiore e Pinacoteca Civica, fino al 29 giugno 2008, cappella Baglioni (accesso nel rispetto delle funzioni religiose) aperta fino al 30 marzo da lunedì a sabato dalle 9,30 alle 19, domenica dalle 12,30 alle 19, dal 31 marzo da lunedì a sabato dalle 9,30 alle 19, domenica dalle 12,30 alle 20 (chiusa il 25 maggio); Pinacoteca Civica aperta tutti i giorni dalle 10,30 alle 18,30, ingresso euro 5,00 (mostra Spello e mostra Perugia euro 12,00, PintoricchioCard euro 17,00)
catalogo SilvanaEditoriale, infoline 199.199.111 e 199.151.123, sito internet www.mostrapintoricchio.it
MOSTRA PROROGATA FINO AL 31 AGOSTO 2008; dal 1° luglio il biglietto di ingresso alla mostra include la visita alla Galleria Nazionale dell'Umbria
Le Madonne di Pintoricchio, radunate in un'unica sezione con quelle dei seguaci, meritano un'attenzione particolare nella visita alla mostra, che consente di visualizzare una nuova gerarchia di influenze esercitate da Raffaello Sanzio nella sala dove sono esposti tre capolavori rispettivamente di Perugino, Pintoricchio e Raffaello.
La mostra, in occasione del 550° anniversario della nascita dell'artista, segue quella dedicata a Perugino nel 2004 e prosegue l'opera di valorizzazione dei grandi artisti umbri, per rinnovare l'attenzione sul patrimonio artistico e culturale dell'Umbria e sulla sua diffusione nel territorio. Infatti, oltre all'allestimento di Perugia, l'esposizione, curata da Francesco Federico Mancini e da Vittoria Garibaldi, comprende una sezione a Spello nella collegiata di Santa Maria Maggiore, dove si conserva la cappella Baglioni (detta anche Bella) ed è arricchita da itinerari regionali che consentono di scoprire nei luoghi di origine le testimonianze dell'opera di Pintoricchio. Di lui Vasari disse che era “piccolo e racchio”, ma ciò non gli impedì di diventare un protagonista del Rinascimento per la lievità della sua pittura.
Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria, fino al 29 giugno 2008, aperta tutti i giorni: fino al 30 marzo dalle 9,30 alle 19, dal 31 marzo dalle 9,30 alle 20, ingresso euro 10,00 (euro 12,00 mostra e Galleria Nazionale oppure mostra a Perugia e a Spello; PintoricchioCard euro 17,00); Spello (PG), cappella Baglioni nella chiesa di Santa Maria Maggiore e Pinacoteca Civica, fino al 29 giugno 2008, cappella Baglioni (accesso nel rispetto delle funzioni religiose) aperta fino al 30 marzo da lunedì a sabato dalle 9,30 alle 19, domenica dalle 12,30 alle 19, dal 31 marzo da lunedì a sabato dalle 9,30 alle 19, domenica dalle 12,30 alle 20 (chiusa il 25 maggio); Pinacoteca Civica aperta tutti i giorni dalle 10,30 alle 18,30, ingresso euro 5,00 (mostra Spello e mostra Perugia euro 12,00, PintoricchioCard euro 17,00)
catalogo SilvanaEditoriale, infoline 199.199.111 e 199.151.123, sito internet www.mostrapintoricchio.it