Pompeo Girolamo Batoni nacque a Lucca nel 1708 e, dopo un primo apprendistato in patria, si trasferì a vent'anni a Roma, dove studiò Raffaello e la statuaria antica, orientandosi verso ideali già neoclassici forgiati sulla tradizione settecentesca. La sua fama internazionale fu soprattutto come ritrattista, tanto che suoi committenti furono soprattutto gentiluomini inglesi e tedeschi di passaggio a Roma per il Grand Tour. Oggi pochi ricordano il suo nome, ma a metà Settecento era il pittore più famoso d'Europa, un campione della cultura illuminista e neoclassica, esaltato da Winckelmann e conteso dai sovrani e dall'aristocrazia di tutte le capitali, da Vienna a Berlino a San Pietroburgo, tanto che eseguì per Maria Teresa d'Austria due magnifici ritratti familiari, quello dei due figli (l'imperatore Giuseppe II e Pietro Leopoldo granduca di Toscana, in mostra sia nell'originale che in una curiosa riproduzione a mosaico) e quello del defunto marito, l'imperatore Francesco I. L'imperatrice scrisse al pittore congratulandosi con lui, gli donò una tabacchiera e una collana e lo insignì del titolo nobiliare di barone dell'Impero trasmissibile agli eredi maschi.
Ottanta tele, disegni, mobili e suppellettili: ordinata in sei sezioni, la mostra propone una galleria dei soggetti che resero celebre l'artista, la pittura allegorica e mitologica, le grandi committenze religiose ed i dipinti di devozione domestica (enormi le prime, piccoli i secondi: un raffinato e patetico edonismo e un misurato ritmo compositivo si apprezzano nelle opere di ridotte dimensioni), i ritratti del Grand Tour (venduti a prezzi stratosferici per l'epoca), la società internazionale composta da aristocratici, ecclesiastici ed intellettuali, le corti e le immagini del potere, dal paesaggio alla storia. Affianco una selezione di disegni che servono a chiarire il processo creativo dell'artista. A conclusione le arti decorative. I ritratti sono insuperabili per capacità di osservazione, riproduzione minuziosa della realtà e forza evocatrice dell'animo e della presenza sociale dei soggetti. Anche nei quadri con soggetti religiosi si verifica la stessa capacità, come nei quattro evangelisti.
La rassegna segue le due al Museum of Fine Arts di Houston (Texas) e alla National Gallery di Londra e ripercorre in modo esaustivo le vicende del pittore nel terzo centenario della sua nascita. Come spiegano nel catalogo Fernando Mazzocca e Liliana Barroero, nel concepire l'esposizione si è partiti dalla precedente, sempre a Lucca, del 1967, al punto da scegliere la stessa immagine iconica. Il catalogo per la prima volta fa il punto sull'autore con saggi esaustivi della sua pittura e della società dell'epoca, aspetto non secondario stante la dimensione “europea” della fama del lucchese.
Sono state per l'occasione restaurate e restituite al pubblico e sale dell'appartamento da parata del Palazzo Ducale, eretto nel Trecento dagli Anziani della Repubblica quale sede del governo, ampliato nel Cinquecento (sulla carta rimase un ampliamento di Juvarra) e completato nell'Ottocento da Maria Luisa di Borbone. Il percorso prosegue con itinerari in città e nelle ville della Lucchesia.
Lucca, Palazzo Ducale, fino al 29 marzo 2009, aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 19 (chiusa lunedì), ingresso euro 10,00, catalogo Silvana Editoriale, infoline 199.199.111, sito internet www.pompeobatoni.it
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