"Ah...Ah...Ah...non è vero niente professò: ah...ah...ah...non è vero! I fantasmi non esistono, li abbiamo creati noi, siamo noi i fantasmi...ah...ah...ah..."
Pasquale Lojacono, interpretato magistralmente da Silvio Orlando, fin dalle prime battute ha intuito il vero senso della storia.
Il sipario si apre e la scena dà vita a personaggi che narrano vicende che portano dentro un mondo popolato da sguardi, vezzi e abitudini. Peculiarità questa dell'autore, il napoletano Eduardo De Filippo, e che i due ruoli portanti della commedia, il portiere Raffaele e il protagonista Pasquale Lojacono, restituiscono alla perfezione trasportando gli spettatori in un antico palazzo secentesco della Napoli del dopoguerra. E' qui che i coniugi Lojacono sta andando ad abitare, accettando il bizzarro contratto di locazione del vecchio e ricco proprietario, sperando di trovare così la svolta che sistemi una volta per tutte la loro vita. Gli inquilini potranno usufruire del palazzo per cinque anni, senza dover pagare la pigione, al patto di riuscire a far credere a tutti che quello sia un posto elegante, signorile, tranquillo e soprattutto...abitato.
Nelle vie della città di Napoli, luogo di svolgimento della vicenda, corre la leggenda che quel palazzo sia abitato dagli spiriti e che questi rendano la vita impossibile a chiunque decida di abitare la casa.
La storia procede da sé e il pubblico capisce sin da subito che questa leggenda dei fantasmi è solo un modo di vedere le cose che è comodo a tutti.
Il Professor Santanna anima utile, dirimpettaio sempre in finestra, con il quale dialogano i due protagonisti dai balconi, ha abusato della sorella del portiere dando la colpa ai fantasmi, il portiere Raffaele, anima nera, interpretato da un eccellente Tonino Taiuti, è libero di impossessarsi di viveri, oggetti e denaro potendo poi incolpare i fantasmi. E poi tutti coloro che si susseguiranno all'interno della scena useranno consapevolmente o no questi fantasmi per poter macchinare i loro progetti.
Da una serire di equivoci, scambi e inganni si susseguono i tre atti fino a giungere alla conclusione, il punto di chiusura del cerchio, dove l'ingenuità del protagonista è sempre presente fungendo da perno centrale degli avvicendamenti. Ma come in tutte le commedie di Eduardo, oltre agli equivoci, i ruoli di gioco evidenziati da un'attenta regia, firmata da Armando Pugliese, che non si lascia scappare posizione e scene dettate da un matematico De Filippo, c'è una denuncia forte e chiara che toglie al nostro riso la possibilità di essere libero e spensierato...sincero.
In quest'opera sono i ruoli femminili i veri fantasmi, coloro che fanno parte della nostra vita e a cui bisogna abituarsi, ma che poi in realtà effettuano mosse sempre da altri comandate.
E così troviamo Maria Lojacono, anima perduta, moglie inetta e delusa: amante di un uomo che le farà credere che un'altra vita è possibile; ma che proprio nel momento di scappare con lei, quando ormai è tutto pronto, per spirito solidaristico tra uomini, la lascerà a colui che l'ha sposata, pagando questa decisione moralmente e materialmente.
Carmela, anima dannata, destinata alla scemenza per presunti scherzi di pessimo gusto giocati ai suoi danni presumibilmente dal solo nominato Professor Santanna.
Armida, anima triste moglie di Alfredo Marigliano, abbandonata perchè non considerata all'altezza per la felicità di suo marito.
Ancora una defunta moglie del portiere, che viene presentata al pubblico da un dolcissimo elogio dedicatole dal marito, in cui trapela tutto l'amore di lui nei suoi confronti, dimostratole con pacchere e ceffoni.
E' qui che si chiude il vero dramma, nell'impossibilità di riuscire veramente a cambiare le cose in un'Italia che ha dimenticato la guerra ma non è ancora ricresciuta.
“Già, perchè aldilà delle incredibili trovate comiche e delle paradossali situazioni grottesche, proprio di dramma stiamo parlando, con tutti i suoi risvolti amari, compreso quel ...è probabile...speriamo...che lo chiude, foriero di altri drammi a venire.”
Le scenografie curate da Bruno Buonincontri sono attente e puntigliose. Nel primo atto ci si trova all'interno di un salotto di una casa appena occupata con valigie e oggetti ancora in giro. L'impressione è da subito che oltre quelle mura ci sia dell'altro. Con il passare degli atti sarà prima un salotto curato e ben arredato e poi di nuovo spoglio, specchio dell'anima dei coniugi Lojacono vuoti e desolati. Lei consapevole dell'immutabilità del suo futuro, e lui sconfitto dall'impossibilità di non poter amare senza freni e senza altri pensieri la giovane e deliziosa donna che ha scelto al suo fianco. Sarà forse proprio questo atto di accusa, che il protagonista rivolge a se stesso e al destino avverso che lo acompagna, ad intenerire Alfredo Marigliano, anima irrequieta amante della moglie,e a convincerlo per sempre a rinunciare alla sua amante. Le musiche, realizzate da Pasquale Scialò, accompagnano con tono alle volte burlesco e altre struggente lo scarto tra finzione e realtà che comunque evidenzia la condizione precaria in cui i protagonisti vivono.
Professò, professò, avete ragione voi...i fantasmi esistono...
Lo spettacolo sarà in scena il 3 e il 4 Aprile al Teatro Tor Bella Monaca
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