Teatro

Veronica Cruciani porta al Teatro India di Roma uno spettacolo sulla maternità alternativa

Veronica Cruciani porta al Teatro India di Roma uno spettacolo sulla maternità alternativa

Accabadora è il titolo dello spettacolo tratto dall’omonimo romanzo di Michela Murgia. In scena dal 1 al 4 Marzo a Roma al Teatro India.

Monica Piseddu, diretta da Veronica Cruciani, è la protagonista di Accabadora, spettacolo tratto dal romanzo di Michela Murgia e per il quale Carlotta Corradi ha realizzato una drammaturgia partendo da un monologo con il punto di vista della protagonista, Maria.
Il tema attuale della maternità, non biologica ma di altra natura, si pone al centro di questo dramma dove credenze e tradizioni portano la protagonista ad affrontare una crescita necessaria e lo sviluppo del sé attraverso il dolore, anche quello di non poter fuggire di fronte alla verità.
Sarà il Teatro India ad ospitare lo spettacolo dal 1 al 4 Marzo.

Il punto di vista di Carlotta Corradi

Se da un lato Maria si trova ad affrontare una separazione ed una ricostruzione personale attraverso le due figure materne, una naturale e una adottiva, dall’altro con la presenza del ‘doppio’ non può esimersi dal confrontarsi con la morte che assume sembianze corporee.
Precisa la drammaturga: “sebbene i due grandi temi, che oggi si chiamerebbero dell’eutanasia e della maternità di fatto, nel testo teatrale come nel romanzo, creano un ambito di riflessione ma non sono mai centrali quanto l’amore e la crescita. Crescita sempre legata al rapporto con la propria madre, naturale, adottiva o acquisita che sia”.

La scelta di Veronica Cruciani

Il dialogo tra Maria e Tzia Bonaria, sua madre, per me – racconta Veronica Crucianiavviene solo nella testa della protagonista; è un dialogo tra sé e una parte di sé, tra una figlia e il suo genitore interiore. In scena ho posto una parete grigia come spazio mentale, la scatola cranica di Maria da cui provengono suoni di tenebre notturne in cui Maria insonne cerca di superare il lutto della morte di questa madre di fatto. angoscia. L’uccisione della Tzia – continua la la registadiventa metafora della crescita di Maria che da immatura diventa donna, riattraversando il doloroso passato e proiettandosi verso il futuro”.

Per info e dettagli vai alla scheda spettacolo